• Alchimia Spirituale.
    D. O. M. A.
    (Deo optimo maximo Artista)




    L'Alchimia è lo studio dell'Energia della materia.
    L'Alchimia Spirituale è lo studio dell'Energia nella Forma.

    L'alchimista è colui che libera l'energia dalla materia.
    L'alchimista Spirituale è colui che libera l'Energia dalla Forma.
    D. O. M. A.
    (Deo optimo maximo Artista).

    "Nel nostro cielo si vedono due bei luminari. Essi ci indicano, come ti dico,
    le due luci del grande cielo: Unisci questi due come una donna viene condotta
    al suo uomo, affinché felicemente in te possa prodursi lo stato matrimoniale.
    Il mutamento degli elementi avviene dopo di ciò, con misura e rapidamente, di
    modo che la forma e la natura del rotondo metta in evidenza, dolcemente, le
    sue forze."

    GLOSSARIO dei principali termini alchemici.

    Acqua: uno dei quattro Elementi degli Antichi. Non ha nulla in comune con
    l'acqua volgare.

    Affinaggio: operazione con la quale si separa da un metallo tutto ciò che gli
    è estraneo. Si pratica particolarmente sull'oro e sull'argento.

    Alberi: un albero che porta delle lune significa il Piccolo Magistero, la
    Pietra al bianco. Se porta dei soli, è la Grande Opera, la Pietra al rosso. Se
    porta i simboli dei sette metalli o i segni del sole, della luna e 5 stelle,
    si tratta allora della materia unica da cui nascono i metalli.

    Albificazione: calcinazione al bianco o al rosso.

    Alludel: apparecchio composto di vasi sovrapposti e comunicanti tra loro per
    effettuare una sublimazione lenta.

    Amalgamazione: unione intima di diversi elementi metallici, in un tutto assai
    omogeneo e molto malleabile.

    Angelo: simbolizza la sublimazione, ascensione di un principio volatile come
    le figure del "Viatorium spagyricum".

    Animali: in genere, quando ci si trova in presenza di due animali della stessa
    specie ma di sesso differente, come leone e leonessa, cane e cagna, stanno a
    significare lo Zolfo ed il Mercurio preparati in vista dell'opera, o ancora il
    fisso ed il volatile. Il maschio rappresenta allora il fisso, lo Zolfo, e la
    femmina il volatile, il Mercurio. Uniti, gli animali esprimono il
    congiungimento, le nozze, il matrimonio. Se si combattono: fissazione del
    volatile o volatilizzazione del fisso. Come nelle figure di Basilio Valentino,
    "Le Dodici Chiavi della Filosofia". Gli animali possono simboleggiare inoltre
    gli Elementi: Terra (leone o toro), Aria (aquila), Acqua (pesci, balena),
    Fuoco (dragone, salamandra). Se un'animale terrestre figura in un'immagine
    ermetica con un animale aereo, essi significano rispettivamente il fisso ed il
    volatile.

    Apollo: il sole, l'oro.

    Aquila: simbolo della volatilizzazione ed anche degli acidi impiegati
    nell'Opera. Un'aquila che divora un leone, significa la volatilizzazione del
    fisso per mezzo del volatile. Due aquile che si combattono hanno lo stesso
    significato.

    Argento dei Saggi: il Mercurio dei filosofi.

    Aria: uno dei quattro Elementi degli Antichi. Non ha rapporto con quella che
    respiriamo.

    Athanor: forno a riverbero.

    Bagno: simbolo della dissoluzione dell'oro e dell'argento, della purificazione
    di questi due metalli.

    Bagnomaria: apparecchio disposto in modo che il vaso contenente la materia,
    sia immerso nell'acqua calda.

    Bianco: Pietra al Bianco, pietra ancora imperfetta, di cui tutte le
    possibilità trasmutatorie non sono ancora sviluppate od ottenute.
    Calcinazione: riduzione dei corpi in calce; può essere secca o umida.

    Caldo: una delle quattro qualità elementari della Natura.

    Camera: simbolo dell'Uovo Filosofico, quando il Re e la Regina vi sono
    rinchiusi (Zolfo e Mercurio).

    Cane: simbolo dello Zolfo, dell'Oro. Il cane divorato da un lupo, significa la
    purificazione dell'Oro per l'antimonio. Cane e cagna associati significano il
    fisso ed il volatile.

    Caos: simbolo dell'Unità della Materia ed anche del colore nero, "Primo stadio
    dell'Opera", della putrefazione.

    Capitello: cavità di vetro munita di becco, che si adatta al collo della
    cucurbita per poter distillare gli spiriti minerali. Capitello, cappa,
    alambicco, sono pressappoco la stessa cosa.

    Cementazione: operazione con la quale per mezzo di polveri minerali, che si
    chiamano cemento, si purificano i metalli al punto che non vi resti più che la
    purissima sostanza metallica.

    Cigno: simbolo dell'Opera al Bianco, secondo stadio dopo la putrefazione e
    l'iridescenza. Quest'ultima non figura nel ternario classico della Grande
    Opera, nero, rosso, bianco.

    Circolatorio: vedi Pellicano.

    Circolazione: consiste nel far circolare i liquidi in un vaso chiuso per
    effetto d'un calore lento.

    Circonferenza: Unità della Materia, Armonica Universale.

    Cucurbita: vaso a forma di zucca aperta in alto, che si copre con un capitello
    per la distillazione dei vegetali o altre materie.

    Coobazione: azione di rimettere lo spirito metallico distillato, sul suo
    residuo.

    Corona: simbolo della regalità chimica, della perfezione metallica. Ne "la
    Margharita Preciosa" i sei metalli sono prima presentati come schiavi, con la
    testa nuda ai piedi del Re, l'Oro. Ma poi, dopo la Trasmutazione essi sono
    figurati con una corona in testa. Da cui, nell'Alchimia Spirituale, la frase
    di L.C. de Saint Martin: "Ogni uomo è il suo proprio Re", cioè ogni uomo porta
    in sé la possibilità del ritorno alla sua regalità perduta, nel piano
    spirituale ed angelico.

    Corvo: Uno dei primi stadi dell'Opera, la putrefazione.

    Crisopea: La Pietra Filosofale, la Grande Opera realizzata.

    Crogiolo: vaso di terra refrattaria svasato verso l'alto, destinato alla
    fusione dei metalli o dei corpi duri.

    Decrepitazione: azione di scaldare il sale comune in un crogiuolo per
    scacciarne l'umidità.

    Deflegmare: consiste nel separare l'acqua contenuta nei corpi (o flema), per
    evaporazione o distillazione.

    Diana: vedi luna.

    Digestione: disaggregazione, involuzione e maturazione della materia, ottenuta
    esponendo il vaso contenente al calore del bagnomaria, per un tempo
    conveniente.

    Distillazione: operazione durante la quale si separano le parti sottili dei
    corpi solidi e liquidi, o ancora lo spirito della materia, che l'invischiano.

    Dragone: un dragone che si morde la coda, l'Unità della Materia. Un dragone
    nelle fiamme, il simbolo del Fuoco. Parecchi dragoni che si combattono, la
    putrefazione. Dragone senza ali, il Fisso. Dragone alato, il Volatile.

    Ermafrodito: il risultato della congiunzione dello Zolfo con il Mercurio,
    chiamato anche Rebis.

    Falce: simbolo del Fuoco.

    Fenice: simbolo del colore rosso dell'Opera. l'Uovo della Fenice è l'uovo
    filosofico. La Fenice è anche lo Zolfo ed il Mercurio dei Saggi, uniti e
    congiunti al termine ultimo dell'Opera.

    Fiori: rappresentano i colori nel corso dell'Opera.

    Fisso: Zolfo metallico o cane di Corascene.

    Fontana: tre fontane rappresentano normalmente i tre Principi: Zolfo, Mercurio
    e Sale. Ci sono ancora altri aspetti di questa parola.

    Freddo: una delle quattro qualità elementari della Natura.

    Fuoco di Ruota: prima fase della seconda Opera, fuoco dolce e lento.

    Fuoco di Sabbia: interposizione di sabbia tra fuoco ed il vaso contenente la
    materia da trattare.

    Fuoco Segreto: spirito universale chiuso in seno alle tenebre metalliche,
    scintilla di vita chiusa in tutto ciò che è allo stato naturale primitivo.

    Giove: simbolo dello stagno.

    Leone: solo, simbolo del Fisso dello Zolfo. Alato, il Volatile, il Mercurio.
    Il leone rappresenta anche il
    Minerale, Vetriolo Verde, da cui si estrae l'olio di vetriolo (acido
    solforico). Il leone opposto a tre altri animali, simbolizza la Terra. Ô anche
    il simbolo della Crisopea.

    Leonessa: il Volatile, il Mercurio.

    Liquazione: l'Uovo Filosofico.

    Liquefazione: o deliquescenza, risoluzione naturale dei sali in acqua per
    un'esposizione in luogo umido.

    Luna: il Volatile, il Mercurio, l'Oro dei Saggi.

    Lupo: il simbolo dell'antimonio.

    Luto: strato fatto di materie, spesso ed untuoso, destinato ad otturare le
    giunte che legano diversi vasi tra loro.

    Marmorizzare: triturazione di materie sul marmo con l'aiuto di un pestello. Si
    dice anche porfirizzare.

    Marte: il ferro, la sfumatura arancione dell'Opera.

    Matraccio: vaso di terra, rotondo, ovale o appiattito, munito di un lungo
    collo. Vi si mette a cuocere a fuoco lento la materia preparata.

    Matrimonio: unione dello Zolfo e del Mercurio, del Fisso e del Volatile. Il
    prete che officia rappresenta il Sale, mezzo d'unione tra i due.

    Mercurio: uno dei Principi occulti costitutivi della Materia. Non ha nulla in
    comune con il corpo volgare di questo nome. E' anche simbolo dell'Argento
    preparato per l'Uovo finale.

    Mestruo: acque minerali e vegetali di proprietà dissolventi. Corrosivo.

    Montagna: fornello dei Filosofi, sommità dell'Uovo Filosofico.

    Mortificazione: alterazione della materia per triturazione o per addizione
    d'un elemento attivo.

    Nero: simbolizzato anche dal corvo, immagine della putrefazione.

    Nettuno: l'acqua.

    Nozze: vedi matrimonio.

    Oro dei Saggi: Zolfo filosofico.

    Palazzo: entrata nel Palazzo chiuso: scoperta dell'argento capace d'operare la
    riduzione del Fisso, della "reincrudation" in una forma analoga a quella della
    sua primitiva sostanza. Designa anche l'accesso all'Oro Vivo, Oro dei Saggi o
    Oro filosofico, se si tratta dell'accesso al Palazzo chiuso del Re. Designa al
    contrario l'Argento Vivo, l'Argento dei Saggi o Mercurio filosofico, se si
    tratta dell'entrata nel Palazzo chiuso della Regina.

    Pallone: vaso di vetro ampio e rotondo destinato a ricevere i prodotti della
    distillazione.

    Pellicano: cocurbita chiusa munita di due anse incavate, colleganti la testa
    al ventre. Si chiama anche circolatorio in ragione della sua funzione.

    Pioggia: simbolo del colore Bianco nell'Opera o albificazione. E' anche
    l'immagine della condensazione in corso di realizzazione.

    Prete: sposando un uomo e una donna, un Re o una Regina, simbolizza il
    Principio Sale.

    Prima Materia: Materia Prima dell'Opera Ermetica.

    Proiezione: azione di trasmettere un minerale in fusione all'attivo di una
    polvere detergente e trasmutatoria.
    Quadrato: simbolo dei quattro elementi.

    Ragazzo: vestito con abito regale o semplicemente incoronato, simboleggia la
    Pietra Filosofale, altre volte l'Opera al rosso.

    Re e Regina: vedi uomo e donna.

    Rebis: un risultato dell'amalgama dell'Oro dei Saggi, materia doppia, ad un
    tempo umida e secca, avendo ricevuto dalla Natura e dall'Arte una doppia
    propriet… occulta, esattamente equilibrata.

    Recipiente: designa qui un pallone di vetro.

    Residuo: ciò che resta in un vaso dopo la distillazione. Sinonimo di feci, di
    terra morta, terra dannata, caput mortuus.

    Rettificazione: ultima distillazione per ottenere uno spirito metallico
    estremamente puro. Si ottiene al fuoco assai vivo.

    Riverberazione: esaltazione dell'energia interna dello spirito metallico per
    l'azione del fuoco violento sulla materia che contiene questo spirito.
    Seccamento totale.

    Rosa: designa il colore rosso, stadio ultimo dell'Opera. Una rosa bianca ed
    una rosa rossa, unione del Fisso con il Volatile. La rosa è l'emblema
    dell'Arte Ermetica tutta intera.

    Rosso: stadio ultimo della Grande Opera, simbolizza il Fuoco.

    Rubificazione: azione di distruggere lo Zolfo combustibile e d'ottenere lo
    Zolfo incombustibile. Principio di Aurificazione in seno al minerale.

    Rubino Magico: agente energetico d'una sottigliezza ignea, rivestito del
    colore o delle molteplici proprietà del Fuoco. Anche chiamato olio di Cristo,
    olio di Cristallo; è allora simbolizzato dalla Lucertola Araldica o alla
    Salamandra che vive nel fuoco e se ne pasce.

    Salamandra: simbolo del Fuoco, qualche volta significa il colore rosso
    dell'ultimo stadio dell'Opera od anche il colore bianco che la precede. Rubino
    Magico.

    Sale: chiamato anche Arsenico, uno dei quattro principi misteriosi che
    compongono i corpi. Non ha nulla in comune con il sale volgare. È l'unione tra
    lo Zolfo ed il Mercurio nei metalli, ne deriva come d'altronde, dall'azione
    reciproca dello spirito e dell'anima, o dell'anima e del doppio psichico, si
    costituisce il corpo degli uomini. Il Sale può essere paragonato al "totale"
    nell'addizione dei due fattori.

    Saturno: designa il piombo; egualmente il colore nero dell'Opera allo stadio
    di putrefazione, sinonimo di corvo. Il tempo delle prove sul piano fisico.

    Scheletro: putrefazione, il colore nero dell'Opera , sinonimo di corvo. Secco.
    Una delle quattro qualità elementari della Natura.

    Sepolcro: Uovo Filosofico.
    Serpente: stessi significati del dragone. Tre serpenti designano i tre
    Principi, Sale, Zolfo, Mercurio. Due serpenti sul Caduceo, Zolfo e Mercurio
    dei Saggi, serpente alato il volatile, senza ali il Fisso. Serpente
    crocifisso, designa la fissazione del Volatile.

    Sfera: designa l'Unità della Materia.

    Sole: talvolta indica l'oro ordinario preparato per l'Opera, talaltra designa
    lo Zolfo dei Saggi.

    Spada: simbolo del Fuoco.

    Spartizione: operazione consistente nel separare l'argento dall'oro per mezzo
    del salnitro. È un affinaggio.

    Storta: vaso di vetro, rotondo con il becco rivolto verso il basso che serve a
    distillare la materia nel corso dell'Opera.

    Stratificazione: sovrapposizione, per piani alterni, di diverse materie
    sottoposte ad un fuoco violento in un crogiolo chiuso. L'amalgama si opera
    allora per fusione, ma la sovrapposizione non è lasciata al caso, essa deve
    essere razionale e scientifica.

    Sublimazione: violenta o lenta. Quella lenta è la migliore. La materia è
    rinchiusa in un vaso a collo lungo, su fuoco lento, in modo che le parti
    sottili (pure) si separino dalle parti grossolane (impure), salendo dal fondo
    del vaso verso l'alto.

    Terra: uno dei quattro Elementi degli Antichi. Non ha nulla a che vedere con
    il suolo che calpestiamo.

    Triangolo: simbolo di tre Principi misteriosi costitutivi dei metalli, Sale,
    Zolfo e Mercurio.

    Uccello: che s'innalza nel cielo, volatilizzazione, ascensione, sublimazione.
    Che punta verso il suolo, precipitazione o condensazione. Le due immagini
    riunite nella stessa figura, la distillazione. Uccelli opposti ad animali
    terrestri, indicano l'Aria o il Volatile.

    Umido: una delle quattro qualità elementari della Natura.

    Uomo o Donna: Zolfo e Mercurio. Nudi designano l'oro e l'argento impuri. Le
    loro Nozze, congiunzione dello Zolfo e del Mercurio. Chiusi in un sepolcro,
    questi due principi uniti nell'Uovo filosofale.

    Venere: designa il rame.

    Volatilizzazione: azione di trasformare un solido in gas o in calore.
    Separazione degli Elementi Volatili da quelli Fissi.

    Vulcano: simbolo del fuoco ordinario.

    Zolfo: uno dei Principi occulti, costitutivi della Materia. Non ha nulla in
    comune con il corpo volgare di questo nome. Ô inoltre il simbolo dell'Oro,
    preparato per l'Opera finale.
    La terminologia simbolica appena trascorsa e quella che seguirà, "impiegano
    parole ed espressioni che non hanno rapporti diretti con i loro equivalenti
    della lingua profana". È auspicabile allora che il ricercatore apprenda prima
    della lettura definitiva ad interpretare i reali significati del testo. È
    dunque indispensabile definire ciò che si intende in certe parole essenziali,
    che sono i nomi degli elementi costitutivi della Materia Prima e della sua
    evoluzione verso lo stadio ultimo, l'Oro, simbolo della perfezione nel seno
    della Vita Metallica.

    Le Quattro Qualità Elementari.

    Il Freddo, origine della fissazione, si manifesta con un'assenza totale o
    parziale della vibrazione, il cui effetto è di coagulare e di cristallizzare
    la Materia, distruggendo il principio di espansione che Š nel caldo
    (conservazione). La sua azione è quindi astringente, fissatrice,
    rallentatrice, cristallizzatrice.
    L'Umido,  origine della femminilità, si traduce con una vibrazione di natura
    attrattiva, mutabile, instabile, ammorbidente, emolliente, rilassante,
    umettante, che, penetrando gli atomi, divide gli omogenei ed unisce gli
    eterogenei, provocando così l'involuzione della Materia od il suo
    disgregamento. La sua azione è temperante, ammorbidente, emolliente,
    disperdente.
    Il Secco,  origine della reazione, si manifesta con una vibrazione di
    natura atta a ritenere; è irritante e trattiene l'impulso dato. La sua azione
    è contraente.
    Il Caldo,  origine della mascolinità, si traduce con una vibrazione di
    origine espansiva, dilatante, rarefattiva, che provoca l'evoluzione degli
    atomi. La sua azione è vitalizzante, stimolante e dinamica.

    Nell'uomo, queste quattro qualità danno:
    FREDDO     - impassibilità, scetticismo, egoismo, desiderio di assorbimento.
    UMIDO      - passività, variazione, assimilazione, desiderio passivo di
    sottomissione.
    SECCO      - reazione, opposizione, ritenzione, desiderio passivo di
    dominazione.
    CALDO      - espansione, entusiasmo, azione, desiderio attivo di persuasione.

    I Quattro Elementi.

    Terra.    L'azione reattiva del Secco sul Freddo lo divide e così, opponendosi
    ad una totale fissazione, lo trasforma in Elemento Terra, principio
    concentratore e ricettivo.
    Acqua.    L'azione refrigerante, coagulatrice, atonica e fissatrice del Freddo
    sull'Umido, l'ispessisce, l'appesantisce e lo trasforma in Acqua, principio di
    circolazione.
    Aria.     L'azione espansiva, dilatante, rarefattiva del Caldo sull'Umido, lo
    trasforma in Aria, principio dell'attrazione molecolare.
    Fuoco.    L'azione reattiva, che ritiene, ed irritante del Secco sul Caldo, lo
    trasforma in Fuoco, principio di dinamizzazione violenta ed attiva.

    Nell'uomo, questi quattro elementi danno:
    Terra.    inquietudine, taciturnità, riservatezza, prudenza, tenerezza,
    contenuto ed egoismo, spirito concentrato o pretenzioso, diffidente,
    ponderato, imperioso, studioso, solitario.
    Acqua.    passività, indolenza, disgusto, stanchezza, noncuranza,
    sottomissione, pigrizia, inconsistenza, versatilità, incoscienza, incertezza,
    timidezza, timore.
    Aria.     amabilità, cortesia, carattere servizievole, scaltrezza,
    sottigliezza, iniziativa, prontezza, assimilazione, ngegnosià, armonia.
    Fuoco.    violenza, autorità, ambizione, entusiasmo, presunzione, orgoglio,
    irascibilità, ardore, fervore, coraggio, generosità, passione, prodigalità,
    foga, vanità.



     I Tre Principi Dei Filosofi.

    Principio Zolfo.  Il Caldo, contenuto nel Fuoco e nell'Aria, genera un
    principio di natura calda, fecondante, fermentativo, che si chiama Zolfo. È il
    principio maschile di ogni germe e da lui nascono il sapore ed il colore
    fondamentale rosso. Nell'uomo corrisponde allo Spirito.

    Principio Mercurio.  L'Umido, contenuto nell'Aria e nell'Acqua, genera un
    principio di natura vaporosa, sottile, mutativo, generante. Il Mercurio è il
    principio femminile di ogni germe e da lui nasce l'odore ed il colore
    fondamentale azzurro. Nell'uomo corrisponde all'Anima.

    Principio Sale.  Il Secco, contenuto nel Fuoco e nella Terra, genera un
    principio di natura secca, coesiva e coagulatrice, chiamato Sale. È il
    principio d'unificazione del Maschio e della Femmina, tanto quanto il
    risultato della loro unione. Da lui nascono la forma, il peso ed il colore
    fondamentale giallo. Nell'uomo corrisponde al Corpo.

    Sono questi i Tre Principi Costitutivi che, nel vocabolario della Tradizione
    Alchemica, costituiscono la Sostanza Prossima degli Esseri e delle cose.



     I Due Metalli Dei Saggi.

    Argento dei Saggi,  chiamato anche Mercurio dei Saggi in opposizione al
    Mercurio dei Filosofi, che lo precede dallo stadio del Mercurio dei Folli,
    l'argento vivo volgare o, ancora, Argento filosofico. Risulta
    dall'assorbimento di una certa quantità di principio di Zolfo e di una
    quantità determinata di principio di Mercurio o, più facilmente ancora, per
    l'assorbimento di una quantità proporzionale d'oro volgare e di una quantità
    determinata di principio Mercuriale. Questo oro volgare non deve aver subito
    nè esaltazione, né trasfusione. In una parola, non deve essere stato rifuso o
    allegato a se stesso; deve essere vergine.

    Oro dei Saggi, anche denominato Zolfo dei Saggi, in opposizione allo
    Zolfo dei Filosofi che precede lo stadio dello Zolfo dei Folli, che è lo zolfo
    volgare o, ancora, oro filosofico. Risulta dall'assorbimento di una certa
    quantità di principio Sale, da una quantità determinata di principio Zolfo o,
    ancora più facilmente, per assorbimento di una quantità proporzionale di
    argento volgare e di una certa quantità determinata di principio Zolfo. Questo
    Argento, innanzitutto, non deve aver subito né esaltazione, né trasfusione. In
    una parola, non deve essere stato rifuso o allegato a se stesso. Deve essere
    vergine. Queste due Operazioni risultano da una serie di cotture successive:
    "moltiplicazione".

    La Crisopea
    o Pietra Filosofale.  La Crisopea è ottenuta dalla lenta cottura dell'Uovo
    Filosofico (matraccio), esso stesso in un bagno di sabbia. In seno
    all'Athanor, nasce dall'Amalgama e dalla co-distruzione dell'Oro dei Saggi e
    dell'Argento dei Saggi.

    L'Unità della Materia è il postulato di partenza degli antichi ermetisti. La
    fisica nucleare moderna e la chimica ce lo dimostrano nel realizzare materie e
    prodotti totalmente sconosciuti un tempo e che hanno ragione nell'antico
    adagio, il quale vuole che: "Omnia ab uno et in unum omnia", "tutto è nell'uno
    e l'uno è in tutto". Tutte le cose provengono dallo stesso germe ed esse sono
    state tutte generate dalla medesima Madre. "L'Anima degli Uomini, i Demoni, i
    Santi Angeli, tutti vengono da una sola Sorgente, e l'Uomo contiene in sè la
    parte del mondo Esteriore che il Demonio racchiude egualmente in sé, ma in un
    Principio differente..." (Jacob Boehme)

    Molto prima di questi filosofi, la Gnosi tradizionale già trasferiva questo
    dato nella sua affermazione dottrinale dell'Emanazione, affermando che tutte
    le creature spirituali sono state emanate da una Sorgente unica: Dio - Abisso.
    Esse sono uscite, secondo la dottrina gnostica, per distacchi successivi delle
    Cause Seconde dalle Prime, le Terze dalle Seconde e così via. Ma tutto
    dall'Uno Originale che è Dio. Si evince da questa dottrina che tutto ciò che è
    presente quaggiù, è di origine divina, ma prigioniero di un mondo grossolano;
    degenerato e sminuito nelle proprie possibilità spirituali, può pretendervi di
    nuovo e quest'Opera di rigenerazione si chiama la "Reintegrazione".

     L'Alchimia si divideva sin d'allora in tre tappe di probazione:

     1)  L'Opera, che trasmuta i metalli in oro puro dallo stato di metallo
    imperfetto.

     2)  L'Elisir di Lunga Vita, specie di medicina universale, capace di guarire
    ogni malattia e di assicurare una longevità considerevole, finanche
    l'immortalità. Non bisogna prendere queste affermazioni se non nel loro senso
    spirituale.

     3)  La Reintegrazione Universale, cioè la rigenerazione del Cosmo Intero
    attraverso tutte le creature spirituali e scopo ultimo della vera Alchimia.

    "Non c'è differenza essenziale tra la Nascita Eterna, la Reintegrazione e la
    scoperta della Pietra Filosofale. Essendo tutto uscito dall'Unità, tutto deve
    ritornarvi in modo simile...." Il Commento sull'Elisir di Lunga Vita se ne può
    trovare eco in queste parole: "..la rinascita è triplice, prima la rinascita
    nella nostra ragione, in secondo quella nel nostro cuore e nella nostra
    volontà, ma pochi hanno conosciuto la rinascita corporale..."

    Conviene tuttavia distinguere tra Alchimisti e Soffiatori. I primi, filosofi,
    in possesso di una Gnosi millenaria, avevano teorie particolari che non
    permettevano loro d'allontanarsi da certi limiti nelle loro richieste. Il loro
    campo di ricerca era il mondo Metallico. I secondi, al contrario, sprovvisti
    di conoscenza esoterica e scientifica, empirici in sommo grado, facevano
    sfilare nelle loro storte i prodotti più improbabili dei tre Regni, non
    esitando a lavorare sulle sostanze più strane, come i residui naturali più
    ripugnanti. Gli alchimisti hanno conservato e dimostrato la fondatezza
    dell'Ermetismo e dell'alchimia; i soffiatori li hanno ignorati, ma hanno
    creato la Chimica.

    L'esistenza di una Alchimia Spirituale come elemento della reintegrazione
    individuale dell'Adepto, è provata, senza smentita, dalla lettura degli
    antichi autori. Senza dubbio tutti dei buoni cristiani. Ma non lo erano, forse
    perché avevano compreso che CONOSCENZA e SAGGEZZA dovevano andare di pari
    passo, e che la CONOSCENZA senza la SAGGEZZA era peggiore dell'IGNORANZA da
    sola? Così, nella rarissima opera "La Parola Perduta" si dice: "..così è
    Trinità in Unità, ed Unità in Trinità poiché là dove sono lo Spirito, Anima e
    Corpo, là sono pure, Zolfo, Mercurio e Sale." La Grande Opera ha per
    conseguenza un triplice scopo nel mondo Materiale: La Trasmutazione dei
    metalli per farli arrivare all'Oro, la perfezione. Nel microcosmo il
    perfezionamento dell'Uomo Morale, e nel mondo Divino la contemplazione della
    Divinità nel Suo Splendore.

    In base alla seconda accezione, l'Uomo è dunque l'Athanor filosofico in cui si
    compie l'elaborazione delle Virtù. È dunque in questo senso, secondo i
    mistici, che bisogna intendere queste parole: "Poiché l'Opera è con voi ed in
    voi, in modo che, trovandola in voi stessi, dove è continuamente, voi l'avrete
    così sempre, in qualsiasi parte voi sarete, sulla terra o sul mare. Di queste
    cose sappi, o amico mio, appassionato dell'Arte alchemica, che la Vita è
    unicamente un grande e vero Spirito, e che per conseguenza tutto ciò che il
    volgare o ignorante stima esser morto, deve in cambio essere ricondotto ad una
    vita incomprensibile, visibile e spirituale, ed in quella deve essere
    conservata... In breve, se tu vuoi realizzare la nostra Pietra, sii senza
    peccato, persevera nella Verità. Prendi la risoluzione, dopo aver acquisito il
    dono divino che auguri, di tendere la mano ai poveri, ai bisognosi ed a
    rialzare coloro che sono nella disgrazia."

    Ai quattro ELEMENTI naturali degli Antichi:
    ACQUA     - ARIA    - FUOCO   - TERRA
    idrogeno  - azoto   - ossigeno     - carbonio

    corrispondono le quattro QUALITÀ:
    UMIDO     - CALDO   - SECCO   - FREDDO

    ed i quattro TEMPERAMENTI:
    SANGUIGNO - BILIOSO - NERVOSO - LINFATICO

    È il piano corrispondente alla realizzazione detta dell'Alkaest. Allo stadio
    superiore di questi quattro modi di manifestazione, nella materia della Vita,
    gli alchimisti traevano, per copulazione, i tre termini del secondo piano, che
    definivano la realizzazione dell'Azoto e cioè i tre principi essenziali per
    l'inizio dell'Opera.

    Elementi  Acqua + Aria    Aria + Fuoco  Fuoco + Terra
    Principi  MERCURIO  ZOLFO     SALE

    Là l'Opera poteva passare dal Nero al Bianco. Ed in effetti, per la
    copulazione dei principi mercurio e Zolfo, l'Adepto trovava ed otteneva
    l'Argento filosofico o Mercurio dei Saggi. Dalla copulazione dei Principi
    Zolfo e Sale, otteneva l'Oro filosofico o Zolfo dei Saggi.

    Principio Mercurio + Zolfo     = Argento Filosofico    - Mercurio Dei Saggi
    Principio Zolfo + Sale    = Oro Filosofico   - Zolfo Dei Saggi

    Infine, per copulazione del Mercurio e Zolfo dei Saggi, l'Opera passava dal
    Bianco al Rosso e l'Adepto otteneva la Pietra Filosofale. La strada di
    Mercurio veniva indicata anche come il Palazzo della Regina, perchè conduceva
    alla "Sposa Bianca", Mercurio appunto; la strada del Sale era il Palazzo del
    Re, perchè conduceva al "Marito Rosso", lo Zolfo. Questa via materiale e
    sperimentale si rivelava, dunque, una via trascendentale e spirituale quando
    ai quattro elementi di partenza, si facevano corrispondere le Quattro Virt—
    Cardinali dell'antica Scolastica:
    il Fuoco  corrisponde alla Forza
    l' Aria   corrisponde alla Giustizia
    l' Acqua  corrisponde alla Temperanza
    la Terra  corrisponde alla Prudenza

    Ai tre Principi sorti da quei quattro Elementi corrispondevano le Tre Virtù
    Teologali, e dunque:
    il Principio Zolfo      corrisponde alla Fede;
    il Principio Mercurio   corrisponde alla Speranza;
    il Principio Sale       corrisponde alla Carità.

    Ai due Metalli Filosofici, Argento ed Oro dei Saggi, nati dalla coagulazione
    dei tre Principi Zolfo, Mercurio e Sale, corrispondevano allora le Due Virtù
    Sublimali:
    il Mercurio dei Saggi      corrisponde alla Indulgenza;
    il Zolfo dei Saggi      corrisponde alla Saggezza

    Queste due Virtù Sublimali sono passate sotto silenzio come tali e ricondotte
    al rango di doni dello Spirito Santo, dalla lettura di questi passi nelle
    Sacre Scritture:

    Bibbia Cattolica: Re 5,11-12; Bibbia Protestante: Re 3,10- 12. "E Dio disse a
    Salomone: Poichè tu non Mi hai domandato una lunga vita, né ricchezze, né la
    morte dei tuoi nemici, ma hai domandato l'intelligenza e la saggezza per agire
    con giustizia, Io agirò secondo la tua parola e ti donerò un cuore pieno di
    saggezza ed intelligenza..."
    Deuteronomio 4,6 "...poichè là sarà la vostra saggezza e la vostra
    intelligenza agli occhi dei popoli..."

    È noto come nel ternario superiore del sistema Sephirotico della Kabbalah
    ebraica, Binah, l'intelligenza, è l'attributo di ciò che corrisponde alla
    visione, all'intuizione, alla penetrazione ed all'informazione. Come tale,
    l'intelligenza è dunque anche "conoscenza" delle cose divine assolute, Gnosis.
    Essa ha come gemello Chokmah, la saggezza, che esprime assai bene l'idea della
    scelta del migliore, tra i dati accessibili all'intelligenza "Binah", e che
    non opera nel suo seno che per eliminazione. È la sottomissione spontanea,
    intelligente e comprensiva ad un Bene che scorge dominante.

    Come tale è una discriminazione tra il Bene ed il Male e la scienza di questi.
    Così dunque, l'Intelligenza è la Conoscenza massima e la Saggezza l'uso che se
    fa. E come dallo Zolfo e dal Mercurio dei Saggi nascerà, venuto il momento,
    l'Uovo Filosofico, la Pietra al Rosso, la Crisopea, così nasce nell'Anima
    dell'uomo questo Athanor, l'Illuminazione Totale, elemento decisivo della
    Reintegrazione, e questo termine ultimo dell'Opera ha per nome: "LUCE DIVINA".


     I quattro gradi di calore.

    Il sole durante l'anno fa il suo giro attraverso tutto lo Zodiaco. E con il
    suo splendore rinnova le erbe, le piante ed i fiori. Da ciò si devono imparare
    i quattro gradi di calore del nostro lavoro, i quali per te saranno il filo
    conduttore del nostro lavoro intrapreso. Essi sono: Ariete, Cancro, Bilancia,
    Capricorno, come ti indico. Scegli liberamente tra questi quale sarà il primo,
    quale il secondo. "Il Fuoco passa da quattro a quattordici, e da quattordici a
    ventiquattro lucignoli." Al Quaternario di partenza si aggiunge un Denario e
    di seguito, un altro ancora: Quattro + Dieci + Dieci = ventiquattro; 2+4 =
    sei: l'Esagramma.

    Se queste parole non evocassero per noi la Gnosi Alessandrina ed i suoi Eoni,
    ci potremmo ricordare che il "primo grado del Fuoco", quello dell'inizio
    dell'Opera, si chiamava Fuoco d'Egitto, perchè doveva eguagliare, dal punto di
    vista fisico, la temperatura estiva massima di quella contrada. "...fate il
    vostro fuoco nella misura in cui è il calore nei mesi di giugno e di
    luglio..." (Dialogo tra Maria ed Aros, frammento di un papiro egizio.)

    Questa evoluzione progressiva del Fuoco, nell'Opera è dunque ripetuta
    dall'Alchimia Spirituale con un'evoluzione progressiva della Preghiera e di
    tutta l'Ascesi d'insieme, della loro ampiezza, delle loro frequenze e
    soprattutto dei loro scopi immediati e successivi. Voler bruciare le tappe,
    una locuzione densa d'esoterismo, sarebbe infatti dannoso. Non mancano
    purtroppo nella storia della Mistica Neofiti che, mal preparati alla -
    violenza delle rivelazioni intuitive - abbagliati innanzi a tali realizzazioni
    psichiche inattese, hanno deviato perdendosi in vie irrazionali della mente. È
    per mettere un riparo da tali pericoli che le Chiese, orientale e latina,
    hanno imposto il principio del "Direttore di Coscienza" ai loro fedeli
    desiderosi di penetrare in questi domini.

    Noi ascolteremo ancora i Maestri: "...tu non lascerai mai il vaso riscaldarsi
    troppo, e farai in modo che tu possa sempre toccarlo con la mano nuda, senza
    timore di bruciarti. E ciò durerà tutto il tempo della soluzione...." ; "Fate
    un Fuoco esalante, digerente, continuo e non violento, sottile ed arioso";
    "...una parte di Fuoco possiede più energia potenziale di cento parti di aria,
    per conseguenza una parte di Fuoco può agevolmente dominare mille parti di
    Terra..." Vedremo in seguito come deve essere guidata la condotta del nostro
    Fuoco, cioè della Preghiera, grazie al quale potremo, secondo l'espressione
    favorita degli orientali, "bruciare del karma".

    Studieremo ora gli Elementi della nostra Opera, i Principi da liberare in
    primo luogo, poi quelle che nasceranno, dette Virtù Essenziali, in numero di
    nove: QUATTRO dette "CARDINALI" - dal latino 'cardò', cardine, porta, elemento
    essenziale. TRE "TEOLOGALI" - perché hanno essenzialmente Dio per soggetto.
    DUE "SUBLIMALI" - perché sono il risultato più elevato della pratica delle
    prime Sette, e sono per questo la loro sublimazione.

    Tutte corrispondono ad Entità Spirituali legate al Piano Divino. Come le
    Idee-Eterne di Platone. Vediamo allora come si esprime al proposito Erma di
    Cuma, uno dei Quattro Padri Apostolici eredi e successori immediati degli
    Apostoli, nella Tradizione Orale Cristiana: "...e queste Vergini chi sono?
    Sono gli Spiriti di Santificazione. Nessuno può essere ammesso nel Regno di
    Dio senza essere innanzitutto rivestito da Esse, con la Loro propria veste. Se
    tu ricevi solo il Nome del Figlio di Dio senza ricevere dalle mani di queste
    Vergini la Loro vestizione, ciò non ti servirà a nulla! Poiché queste Vergini
    sono Virtù del Figlio di Dio. Se tu porti il suo nome senza possedere la Sua
    Virtù, invano porti il Suo Nome..." Erma, il Pastore IX,13.

    Ed ancora: "...senza il soccorso di queste Vergini, ti è impossibile
    conservare i Suoi Comandamenti. Vedo che Esse si compiacciono nella tua
    dimora, solo puliscila bene! Esse avranno piacere di abitare una dimora
    pulita, poiché Esse stesse sono pure, caste, attive e godono di grande credito
    presso il Signore. Fintanto che la pulizia regnerà nella tua dimora Esse vi
    abiteranno: Ma la minima impurezza che vi troveranno, ne usciranno subito,
    poiché queste Vergini non possono soffrire la più leggera macchia..." Ib. X,3.

    Il lettore saprà discernere sotto il testo, il bellissimo esoterismo nei
    passaggi. Li completeremo con un frammento tratto da un apocrifo gnostico del
    secondo secolo: "...ed a Bethel, dopo settanta giorni, vidi sette uomini
    vestiti di bianco che mi dissero: "Levati! Indossa la Veste del Sacerdozio, la
    Corona della Giustizia, il Razionale dell'Intelligenza, l'Abito di Verità, il
    Diadema della Fede, la Mitra dei Prodigi, l'Efod della Profezia". E ciascuno
    di essi, portando un Ornamento, lo mise su di me dicendo: "...Ormai sii
    Sacerdote del Signore, tu e la tua Razza, sino all'eternità." Il Testamento
    dei Patriarchi, Levi 6.

    "...In verità vi dico, se il seme di grano non muore resta solo, ma se muore
    porta molti frutti..." Giovanni, XII, 24.





     LA PUTREFAZIONE

    Così dunque, proprio all'inizio dell'Opera, deve apparire la necessaria
    "Putrefazione" simbolizzata dal Caput Corvi nell'opera del Fulcanelli. I Sette
    Corpi passionali devono sparire, e con essi i Sette peccati Capitali ed i
    Sette Errori Fondamentali che ottenebrano l'Anima. Sono le sette Teste del
    Dragone dell'Apocalisse, che portano le Dieci corna e che si oppongono alle
    Sette Virtù: Quattro Cardinali e Tre Teologali. Sarebbe completamente inutile
    procedere quando questa fase ineluttabile non fosse compiuta. Ed allora
    ascoltiamo ancora l'Insegnamento degli Antichi Maestri : "...bisogna per prima
    cosa che il corpo sia disciolto, che le Porte siano aperte, affinché la Natura
    possa operare..." ; "...secondo la purezza o l'impurezza dei Principi
    componenti lo Zolfo ed il Mercurio, si producono metalli perfetti o
    imperfetti...." ; "...non è possibile che si faccia nessuna generazione, senza
    corruzione..."

    Infatti, non è possibile far evolvere l'Aspirante, nel senso in cui noi
    l'intendiamo, se egli non consente di ammettere, una volta per tutte,
    l'inutilità di tutto ciò che ha potuto acquisire un po' ovunque, in letture
    spesso mal digerite, o in insegnamenti non conformi alla Dottrina. Tutto ciò
    non farà che opporsi al suo instradamento mistico. La pseudo-conoscenza e la
    falsa saggezza non hanno niente da fare qui, egli deve ammetterlo. "...la
    Chimica è l'arte di distruggere i composti che la Natura ha formato, ma la
    Chimica Ermetica è l'Arte di lavorare con la Natura per perfezionarli..." ;
    "...abbi cura che il congiungimento del Marito con la sua Sposa, non si faccia
    che dopo aver tolto i loro abiti ed ornamenti, tanto dal viso che da tutto il
    resto del corpo, affinché essi entrino nella tomba così puliti come quando
    vennero al mondo. E non sarà che dopo aver distrutto l'edificio interiore
    ormai degradato, che l'Apprendista potrà ricostruire sulle sue rovine,
    ripartendo su di una via completamente nuova per lui"; "...tu saprai allora
    che tutto il Magistero consiste in una dissoluzione prima, ed una coagulazione
    poi..."




    DELLA MORTIFICAZIONE DEI NOVE SENSI.

    I sensi sono facoltà (l'Antica Scolastica diceva 'apparecchi'), che mettono
    l'uomo in relazione con il mondo esterno, e sono legati con gli organi del
    corpo fisico che ne sono gli strumenti. Si considerano generalmente solo i
    cinque sensi fisici: vista, odorato, gusto, tatto, udito. La teologia classica
    aggiunge loro due sensi interni, l'immaginazione e la memoria. L'Illuminismo
    accertò due sensi superiori psichici, quali la chiaroveggenza e la
    chiaroudienza. Vi sono quindi tre serie di: cinque, sette e nove sensi, a
    seconda del piano in cui ci si pone per studiarli. L'Alchimia Spirituale
    utilizza, evidentemente, quella di nove ed è quella che studieremo.




    Il Tatto

    Il senso del tatto non è pericoloso nel mondo profano, fintanto che non
    risvegli in noi delle passioni, o contatti suscettibili di ferire la nostra
    salute o la nostra vita. Nel mondo Spirituale tutto appare assai diverso. Nel
    dominio del Tatto le carezze costituiscono richiami alla voluttà dei sensi e,
    come tali, possono condurre alla "lussuria". Per l'Aspirante e nel dominio
    della Via Interiore, il contatto con oggetti carichi di una misteriosa
    potenza, può determinare il bene o il male. Si eviterà ogni contatto con resti
    funebri come crani ed ossa, con cadaveri (il cui trasporto e sepoltura a
    titolo meritevole, sarà evidentemente altra cosa), con cose funerarie, quali
    lenzuola, chiodi di bare, terra di cimitero e così via; inoltre, con libri e
    manoscritti che trattano di magia interiore o suscettibili di aver ricevuto
    una consacrazione magica di natura tale, da renderli veicoli spiritualmente
    malefici.

    In questo stesso dominio, siano classificati i pentacoli di bassa magia, gli
    oggetti Rituali provenienti da uno stregone o da un Ministro del Culto
    feticista. A maggior ragione ci si guarderà, come dalla peggiore ingiuria al
    Piano Divino, dal portare mani sacrileghe su cose consacrate o sante il cui
    contatto è proibito ai profani pena la perdita della consacrazione o peggio
    ancora. Presunzione che ha causato la perdita spirituale di certi maghi.
    Egualmente ci si rifiuterà di subire, sotto un vago pretesto iniziatico,
    toccamenti in certe parti del corpo, toccamenti suscettibili di risvegliare i
    nostri centri di Forza. Essi debbono, al contrario, essere definitivamente
    addormentati, quando inferiori. Nulla è più pericoloso di questi risvegli
    psichici inferiori, ottenuti da semiprofani che non ne conoscono
    l'incalcolabile portata, o che, subdolamente, usano il loro "discepolo" come
    soggetto d'esperienze, senza alcuna carità per il danno creato. Il senso del
    TATTO corrisponde all'elemento Terra.





     Il Gusto

    La ghiottoneria materiale non è, in genere, uno dei problemi preminenti
    dell'Aspirante. È tuttavia da sorvegliare, domare o ridurre. È il senso del
    Gusto a dover essere disciplinato. È, questo, il senso che ci fa dare
    importanza, e magari passione, alle ricchezze librarie, sia alle ricche e
    belle rilegature, che ai manoscritti e testi rari, o, ancora, alla qualità o
    al numero dei nostri libri. È il Gusto che, felicemente educato, ci eviterà di
    cedere a simili errori così seducenti, dove la dolcezza d'inutili parole, il
    volo di frasi senza fondamento e di teorie senza profondità, non maschera che
    il vuoto, rischiando d'impantanare il ricercatore in falsi percorsi, privi
    d'insegnamento e senza alcun carattere iniziatico reale.

    Il senso del Gusto corrisponde all'acqua elementare, ed è l'acqua, con le sue
    intelligenze misteriose che la Kabbalah chiama Ondine, dominio della
    Sensibilità. Si eviterà quindi di cedere ad una sensibilità priva di
    profondità. L'Amore è un termine troppo avvilito da molti lustri, una parola
    che non maschera, ben spesso, che il solo vuoto della fisicità. Il vero Amore
    è creativo, è l'Agape dei Greci e non suppone l'indulgenza o la debolezza
    d'innanzi all'errore, ma la cura della Giustizia e della Verità.





     L'Odorato.

    L'uso immoderato dei profumi nel mondo profano, l'influenza che lasciamo loro
    prendere su di noi, non sono sovente che pretesti per soddisfare la nostra
    sensualità o incitarci alla voluttà. Medesimo pericolo si incorre nel dominio
    delle Combustioni Aromatiche, familiari agli Occultisti. Le emissioni odorose
    che salgono dai bruciaprofumi e dagli incensieri, sono onde di richiamo
    destinate a "Mondi" ontologicamente differenti dal nostro. Non sono destinate
    a soddisfare il nostro odorato, né il nostro infantile desiderio d'atmosfera
    mistica, ed ancor meno a sorprendere il profano, dandogli a credere che
    possediamo il "segreto" di certe fumigazioni misteriose e lasciandogli così
    supporre che l'evoluzione del suo sapere mistico ed il suo potere spirituale,
    dipendano da banali impressioni olfattive.
    Esse devono servire a creare in noi, in un momento preciso, un clima interiore
    che permetta di percepire il contatto spirituale, o l'azione di Esseri
    differenti da noi. D'altra parte, se vi sono emissioni odorose suscettibili di
    farci prendere coscienza di Mondi e di Entità superiori, ve ne sono altresì di
    suscettibili di farci scendere nel versante opposto. Odori di cui non
    conosciamo le occulte proprietà, profumi incitanti la sensualità, profumi
    magici che non dominiamo e che potrebbero metterci in comunicazione con
    demoni, sono queste evidentemente le fumigazioni da evitare, mentre da
    impiegare, sono quelle indicate - e nei casi prescritti - dal Maestro.
    L'ODORATO corrisponde all'Aria elementare.





    La Vista.

    Non ci sono che gli spettacoli suscettibili di risvegliare la sensualità
    sessuale, che sono di primo tratto da evitare, ma senza dimenticare di non
    cadere nell'eccesso opposto in quel dominio. S. Clemente d'Alessandria
    scriveva a tale proposito: "...non dobbiamo affatto vergognarci di organi che
    DIO non ha avuto vergogna di darci." Ma ci sono, nel mondo, spettacoli malsani
    che eccitano gli istinti più grossolani nell'uomo. Ricordiamone alcuni, come
    combattimenti di galli o di animali in genere, corse o combattimenti con tori,
    caccia a cavallo o caccia moderna con battute, che sono massacri di animali
    senza giustificazioni. Da evitare accuratamente, esecuzioni capitali e tutti
    gli spettacoli simili. Ad uno stadio inferiore di gravità, troviamo i
    combattimenti di pugilato e di lotta; ma anche manifestazioni politiche ed
    arringhe sono, molto spesso, spettacoli poco elevati per l'uomo.

    Per l'Occultista possono esservi il rapimento per certi libri o certe
    biblioteche, o il desiderio per certe collezioni o quadri, che possono
    eccitare curiosità o invidia, o l'avarizia del possesso di certi schemi o
    testi enigmatici. Vi si può aggiungere la vista di certe vesti ed ornamenti
    che, se pure profani, simboleggiano significati che eccitano l'adulazione,
    l'orgoglio o la gelosia. All'aspetto desiderio della Ghiottoneria, di
    possedere, di conquistare, di raggiungere, si affianca per contrappunto la
    collera, ove il desiderio e la fantasia vengano nei fatti frustrati; ma se
    queste cose incitano ad un quietismo spiacevole, troviamo la pigrizia. Non
    dimentichiamo che vi sono letture che agiscono come il veleno nella nostra
    mente, per le reazioni che fanno nascere o suscitano in noi, violentemente.




     L'Udito.

    Questa mortificazione (ancora un termine che evoca invincibilmente l'Alchimia
    pratica), legata a quella della Parola, ci sostiene nel non dire o intendere
    nulla che sia contrario alla prudenza, alla carità, alla purezza ed
    all'umiltà. Più ancora, per la carità, nulla che possa suscitare negli altri,
    come in noi, eco di uno o più dei Sette Peccati Capitali. Si eviterà, quindi,
    di dilungarsi su certi racconti che possano scatenare in altri collera,
    rancore, gelosia, lussuria ed invidia. Negli Occultisti, questa prudenza
    consisterà nel non dilungarsi su certi procedimenti o azioni magiche,
    teurgiche e mistiche, od il discutere sull'aspetto straordinario di certe
    esperienze spirituali o psichiche, o sulla rarità e l'interesse di certi
    libri. Ciò allo scopo di non risvegliare, nell'animo dell'Aspirante, desiderio
    di potenza o di una vana curiosità, un'avidità di possesso nelle quali
    invidia, orgoglio ed avarizia, troverebbero terreni di crescita. Ed infine, si
    bandirà il rumore in generale, nell'atmosfera del quale l'Anima non potrebbe
    ritrovare se stessa, né riconoscersi. Le musiche di danze, disarmoniche e
    legate alla sensualità animale, le musiche marziali e le marce militari, come
    le fanfare di caccia, dissolvono egualmente ogni clima psichico favorevole
    alla crescita. L'UDITO è analogo al principio Sale.

    Due sensi completano il quinario sensuale esteriore. Li studieremo ora.




    L'Immaginazione e la Memoria.

    Sono queste due facoltà preziose, che forniscono all'Intelligenza i materiali
    di cui ha bisogno per esercitarsi e lavorare, ed alla Saggezza la possibilità
    di esporre la Verità con immagini ed argomenti che la rendono più penetrante e
    viva e, per questo, più attraente. Non si tratta dunque di sminuire queste due
    facoltà, bensì di disciplinarle e subordinarle, nelle loro attività, al
    dominio della ragione e della volontà. Ché, incolte ed abbandonate a se
    stesse, popolerebbero la mente e l'animo di fantasie, di folle d'immagini e
    ricordi, facendo dissipare energie e tempo preziosi, susciterebbero
    tentazioni, inganni e ricadute. È assolutamente necessario metterle al
    servizio delle due Virtù Sublimali che, come già detto, sono l'Intelligenza e
    la Saggezza. Per meglio reprimere gli sbalzi di questi due sensi interiori,
    che sono l'immaginazione e la memoria, ci si applicherà d'innanzi a mantenere
    fuori dalla nostra coscienza e sin dall'inizio delle loro manifestazioni,
    tutte le immagini e tutti quei ricordi, indesiderabili e pericolosi, che
    suscitano realtà e desideri di possibili futuri o di immaginifici passati e
    che portandoci nel mezzo di tentazioni, passate-presenti-future, sarebbero
    ipso facto sorgenti di mancanze e di cadute.

    Ma vi è spesso in noi una sorta di perverso determinismo psicologico, che ci
    fa passare da fantasticherie senza importanza a giuochi pericolosi di una
    mente parzialmente invasa. Ci si premunirà contro questo pericolo rigettando,
    immediatamente ed in modo incessante, pensieri inutili o sospetti che
    preparano la via ad altri pensieri e fantasticherie infinitamente più
    pericolosi, perché i pensieri sono Esseri vivi ed agiscono come tali. Per
    l'Aspirante, il miglior metodo per riuscire in questa specie di "filtrazione",
    è sicuramente l'applicarsi totalmente al dovere del momento: per banale che
    possa apparire, è il nostro lavoro, sono i nostri studi e le nostre
    occupazioni abituali, se pur modeste e materiali, sono tutti i nostri doveri.

    È questo anche, d'altronde, il modo migliore per far bene ciò che si ha da
    fare, concentrando così intelligenza ed attività nell'azione presente. Non
    dimentichiamo che l'immaginazione e la memoria hanno nell'Aspirante colto,
    terreno già preparato per lo studio delle scienze umane, profane ed occulte,
    senza le quali molti aspetti della Conoscenza superiore gli resterebbero
    oscuri. È soprattutto attraverso l'esoterismo delle Scritture Iniziatiche
    Tradizionali che l'immaginazione avrà accesso alla Verità e la memoria potrà
    prepararsi alle certezze della Saggezza.. Questi due sensi interiori
    corrispondono rispettivamente: l'Immaginazione al Principio Mercuriale, la
    Memoria al Principio Zolfo.





    La Chiaroveggenza e la Chiaroudienza.

    Non bisogna confondere la Profezia con la divinazione spiritica. In
    quest'ultimo dominio, le mille e una forma della mantica permettono, mediante
    entità non ben definite , "che non attingono mai dal Piano Divino" ma tutt'al
    più da piani intermedi, di accedere in modo più o meno chiaro, più o meno
    esatto, ad un avvenire più o meno prossimo, o di ritrovare elementi d'un
    passato anch'esso più o meno prossimo. La divinazione spiritica si contenta di
    una specie di convenzione, per mezzo della quale elementi codificati fanno
    accedere l'indovino/a o il medium al contatto con l'espressione di quelle
    entità di cui si parlava poc'anzi. Queste ultime si esprimono dunque con un
    simbolismo convenzionale stabilito implicitamente e tacitamente con lo
    spiritista.

    Diversamente accade sul piano della Profezia. Le Scritture Tradizionali ci
    mostrano tre aspetti della profezia e tre generi d'interpreti, diversi tra
    loro. Primo il Ròch, o veggente, colui che vede con gli occhi dello Spirito
    ciò che gli altri uomini non vedono. Vi è poi Hozeh, simile al primo e con in
    più la caratteristica di servire a designare i Profeti o gli indovini dei
    falsi dei. Infine il Nabi, o interprete di DIO, che non è solo colui che vede,
    ma colui che parla anche suo malgrado il linguaggio Divino. Bisogna però che
    il suo verbo non sia altro che il riflesso d'una audizione interiore, anche se
    istantaneamente associata alla sua parola.
    Il Ròch è il veggente che interpreta e traduce col suo linguaggio ciò che vede
    o crede di capire nella sua visione. Il Nabi è colui nel quale audizione ed
    elocuzione si fondono. Ciò che caratterizza questi due Araldi del Piano Divino
    è che non si manifestano mai per ragioni di poca portata ed importanza, o per
    problemi un po' troppo umani. Essi sono suscitati unicamente per fini generali
    o per la difesa di interessi superiori della collettività. L'uomo che veda
    svilupparsi in sé una di queste due facoltà, eviterà d'attivarla o di
    esercitarla su temi o in situazioni prive di spiritualità. Soprattutto non
    dovrà immaginare, immediatamente, d'essere in relazione psichica con Dio, la
    Vergine Maria o d'essere messo dei grandi Arcangeli, ma sarà là dove il
    discernimento Spirituale gli indicherà come indispensabile.

    Si rammenterà costantemente che ogni manifestazione di Entità inferiori o, a
    maggior ragione, di Spiriti Tenebrosi, è sempre ed in più punti caratterizzata
    da: grottesco, condizioni irragionevoli o poco definite, con situazioni che
    portano sempre in loro i germi dell'anarchia e della confusione. Se i periodi
    di manifestazione di quelle facoltà dovessero coincidere, nell'Aspirante, con
    un clima interiore di confusione immorale o amorale, se la sensualità sessuale
    si rivelasse più esigente, se teorie facilone accompagnassero questi fenomeni,
    si sappia bene ch'egli è vittima e zimbello di entità inferiori; con maggior
    ragione s'egli enunciasse teorie che adulano la sua natura astrale, il suo
    orgoglio, o che gli facciano sostenere d'esser stato notato o scelto per le
    sue qualità particolari, specie se intellettuali; o se si credesse chiamato a
    completare o modificare un Corpus tradizionale qualunque, magari
    sconvolgendone gli insegnamenti.

    Ciò che caratterizza il Profetismo è l'essere integrato nel quadro di una
    rivelazione e, se parla realmente in nome di essa, non ne potrebbe divenire
    spirito di contraddizione o sorgente di sconvolgimento. Il Profeta è sempre il
    posseduto dallo Spirito Santo. l'Indovino è sempre il posseduto da uno Spirito
    intermedio. Il medium è sempre il posseduto da un defunto. Situare le sorgenti
    dei loro vaticini è situare il livello della loro Spiritualità.

    La Chiaroveggenza corrisponde al Mercurio dei Saggi, la Chiaroudienza allo
    Zolfo.

    In conclusione, la mortificazione dei nove sensi dell'Uomo deve abbracciare
    l'insieme delle sue attività biologiche e psichiche, portate sul corpo e
    sull'animo, poiché è l'Uomo nella sua interezza che, se non assolutamente
    disciplinato, sarebbe occasione di caduta. In tal caso, a dir la verità,
    sarebbe la Volontà a peccare, ma essa avrebbe per complici e per strumenti il
    corpo con i suoi sensi esterni, e l'animo con i suoi sensi interiori. Allora,
    di nuovo, l'Anima sarebbe prigioniera e di un carceriere più tristo di prima.

    Gli alchimisti, tanto reticenti su tutto ciò che concerneva la Grande Opera,
    non hanno avuto cura di esser chiari sul fuoco di questa, né sui gradi di
    calore necessari alla riuscita dei loro lavori. La conoscenza della condotta
    termica e di quella dei gradi di calore, era considerata da essi come una
    delle chiavi più importanti dell'Opera : "...molti alchimisti sono
    nell'errore, perché non conoscono la disposizione del fuoco, ch'è la chiave
    dell'Opera, giacché esso dissolve e coagula nello stesso tempo, ed è ciò che
    essi non possono afferrare perché accecati dalla loro ignoranza... Infatti una
    volta preparata la Materia, solo la cottura poteva cambiarla in Pietra
    Filosofale. ...io non vi prescrivo che di cuocere, cuocete all'inizio, cuocete
    alla metà, cuocete alla fine e non fate altro..."

    Gli alchimisti distinguevano tre tipi di Fuochi:
    Il Fuoco Umido, il bagnomaria che fornisce una temperatura costante.
    Il Fuoco Artificiale o Sovrannaturale, che designava gli acidi. Gli alchimisti
    avevano notato che gli acidi producono un innalzamento della temperatura,
    nelle loro diverse reazioni, ed anche che hanno sui corpi lo stesso effetto
    del Fuoco, disorganizzandoli e distruggendone rapidamente il loro aspetto
    primitivo.
    Il Fuoco naturale o Fuoco Ordinario, ottenuto con una combustione.

    Naturalmente gli alchimisti non impiegavano - né carbone, né legna- per
    riscaldare l'Uovo Filosofico. Sarebbe occorsa una costante sorveglianza ed
    anche così sarebbe stato pressoché impossibile mantenere una temperatura
    costante. Così l'Adepto si adirava contro i soffiatori ignoranti che si
    servivano del carbone: "...a che pro queste fiamme violente, poiché i saggi
    non adoperano affatto - carboni ardenti, né legna accesa - per fare l'Opera
    Ermetica."

    I filosofi ermetici usavano impiegare una lampada ad olio, un lucignolo
    d'amianto, il cui uso è facile e che dà calore uniforme. Questo è il fuoco che
    essi hanno tanto velato e di cui nessuno ha mai parlato apertamente. Sul piano
    dell'Alchimia Spirituale, il Fuoco è costituito dalla Preghiera: "Ora et
    Labora", prega e lavora. Il nostro Fuoco, però, non è identificabile con
    quelle pratiche, che giacciono più su posizioni barocche, né con modi e ritmi
    di respirazione. Anche le pratiche comunemente conosciute sotto il termine
    generale di "Hatha Yoga" sono enfatizzate in Occidente, come suscettibili di
    conservare salute e giovinezza. Ma l'esperienza non prova che gli occidentali
    che vi si dedicano arrivino finalmente all'Illuminazione o magari
    semplicemente alla misticità, né che la loro trascendenza ne risulti
    accresciuta.

    Se si realizzano questi obiettivi, essi si devono ad altre conoscenze come la
    pratica del Bhakti Yoga, del Dhyani Yoga, o ancora del Karma Yoga, del Samadhi
    Yoga e, per concludere, del Raja Yoga. Gli alchimisti ammettevano parecchi
    gradi al loro fuoco, a seconda che l'Opera fosse più o meno avanzata. Essi
    pervenivano a regolarlo aumentando il numero dei fili che componevano il
    lucignolo: "...fà prima un Fuoco dolce, come se tu non avessi che quattro fili
    al tuo lucignolo, finché la Materia non cominci a diventar nera. Allora
    aumenta, metti quattordici fili, la Materia si lava e diventa grigia. Infine,
    metti ventiquattro fili ed avrai la bianchezza perfetta..." Qui abbiamo, nel
    dominio dell'Alchimia Spirituale, un'indicazione preziosa nel suo esoterismo.


    La purificazione dell'impulso sessuale e suo dominio.
    Aggiungeremo alcune precisazioni per un dominio in cui la lotta è
    particolarmente difficile e penosa: quello del desiderio sessuale, e delle
    violente passioni che ne derivano, fonte di tanti errori, disillusioni, dolori
    e crimini. La chiave di questa liberazione risiede nella giusta collocazione
    del concetto temporaneo e passeggero della bellezza corporale e della gioia
    puramente carnale. Essa è molto semplice ed antica. Ci si ricorderà dapprima
    che la necrosi guadagna assai rapidamente, nelle tombe, le spoglie corporali
    allorché l'Anima le ha lasciate. Consiste in un annerimento progressivo delle
    carni, le quali passano da una sfumatura bianco-rosa, al nero-ebano più
    assoluto. Allora, su queste carni così necrotizzate, si svilupperanno strani
    funghi, di un verde giada molto vivo, dai sette ai dodici millimetri di
    diametro per il capo e di circa un centimetro di altezza. Nell'oscurità questi
    funghi brillano d'una luminescenza verdastra.

    La tecnica purificatrice del desiderio sessuale consiste allora, durante una
    meditazione priva di qualsiasi fumigazione, nel visualizzare la "donna-uomo
    ideale", tali a come li si immagina nei propri desideri, e dotati di tutto lo
    splendore e di tutta l'attrattiva possibile, che si stagliano luminosi su di
    uno sfondo totalmente scuro, con il profilo che sembra rischiararsi
    dall'interno, seduti immobili, nella posizione detta del "loto". Ma solo il
    viso, il busto e le braccia hanno quella perfezione ideale; le anche, le
    gambe, l'addome e gli organi sessuali, in tutti i loro dettagli, in questa
    visualizzazione, sono necrotizzati come descritto sopra. Le unghie, nere, sono
    lunghissime, avvolte su se stesse in volute, e lo scarnamento delle dita ne ha
    liberate le radici. Questa meditazione, in tutta la gamma dei suoi possibili
    particolari, può essere usata, oltre che per una persona fisica, per qualsiasi
    soggetto che scateni una passione da cui si desideri liberarsi.

    Questo metodo è assai duro, anche se assolutamente efficace. Se ne consiglia
    l'uso nei riguardi di ogni passione astratta, o oggetto inanimato. Tuttavia
    potrebbe rivelarsi pericoloso per un'Aspirante debole, a cui consigliamo un
    altro sistema. I novizi dei conventi Tibetani praticano, innanzi ad un
    ossario, ciò che i Maestri chiamano "la meditazione dell'Orribile".
    L'addestramento consiste nel saper visualizzare sotto ogni forma umana
    vivente, lo scheletro che questa diverrà fatalmente un giorno, simbolo della
    Morte che l'uomo porta in sé costantemente. Allora si potrà, forse, raggiungere
    quella libertà per cui un veggente esclamò: "Costui ora si è gettato il mondo
    dietro le spalle!"



    I Sette Peccati Capitali.

    Nella Kaballah Ebraica è detto che all'Albero della Vita corrisponde nel mondo
    manifesto, un Piccolo Albero della Vita chiamato "Kallah", la Fidanzata.
    Rovesciato ed in sua opposizione, corrisponde "Quliphah", la Prostituta del
    Piccolo Albero della Morte. Sull'Albero della Vita fioriscono e s'irraggiano
    le Sephirot, o sfere della manifestazione evolutiva. Sull'Albero della Morte
    fioriscono e s'irraggiano i Quliphot, o sfere della manifestazione involutiva.
    Anche nella Tradizione Cristiana, alle Sette Virtù si trovano opposti i Sette
    Peccati. E come questa Ebdomada è incoronata da due Virtù Sublimali,
    Intelligenza e Saggezza, due manifestazioni tenebrose vi si oppongono,
    l'Accecamento (dello Spirito) e l'Errore (fondamentale). Studiamo tutto
    quest'insieme malefico dal Piano Spirituale.


    L'Avarizia.

    L'Avarizia porterà il mistico perduto ad un isolamento totale e sterile.
    Svelare, rivelare, insegnare, trasmettere tutto ciò che egli stesso ha
    ricevuto ed appreso da altri, gli sarà sempre cosa dolorosa ed urtante.
    Ammucchierà libri e manoscritti, documenti ed Iniziazioni, ma non concepirà
    mai che egli non possa essere altro che un semplice strumento di trasmissione.
    Le filiazioni iniziatiche a cui egli avrà potuto essere unito, lo frazionerà
    di nuovo, moltiplicando le prove, i gradi, le classi, ed ottenendo solamente
    di ritardare al massimo l'istante in cui sarà in obbligo di terminare la sua
    parte, e, dell'allievo di ieri, farne il Pari di oggi e forse il Superiore di
    domani.
    L'AVARIZIA corrisponde alla Terra ed è il contrario della Prudenza, suo stesso
    eccesso.

    La Gola.
    La golosità porterà l'Occultista a divorare a dismisura tutti i documenti,
    libri, trattati e schemi che troverà accessibili. Le dottrine più disparate e
    diverse, gli insegnamenti anche i più opposti tra loro, le più strane
    mescolanze, non lo scoraggiano. Avido di tutto ciò che àdula la sua curiosità
    ed il suo appetito di conoscenza, egli ingurgita il tutto ad ogni modo e, se a
    questo strano miscuglio si vorrà aggiungere l'orgoglio personale, tenterà di
    estrarne una propria dottrina che si assicurerà di completare, magari
    modificandole, con parti monche della Tradizione Iniziatica, che avrà
    saccheggiate e mescolate. Se, al contrario, sarà la pigrizia a mescolarsi al
    suo appetito ottuso, l'eccesso stesso di tutte le più disparate conoscenze,
    mal digerite da una mente pigra, gliele farà un giorno repentinamente
    restituire ed egli tornerà al materialismo, che stimerà più riposante.
    La GOLOSITA' corrisponde all'Acqua ed è il contrario della Temperanza.


    La Lussuria.
    La Lussuria farà entrare un certo sensualismo in tutti i domini iniziatici nei
    quali questo tipo di Occultista sarà indotto ad operare. Egli sarà, a priori,
    sempre ostile alle Dottrine troppo spirituali o troppo ascetiche; sempre
    pronto a sostenere la necessità di transigere in maniera assai liberale, sulle
    esigenze della natura umana (inferiore). Delle religioni e delle dottrine in
    cui la sensualità recita una parte, (tantrismo, gnosticismo licenzioso e magia
    sessuale e sensuale), egli si farà difensore e, solo per questa ragione,
    affermerà che un'organizzazione iniziatica mista sarà assai superiore ad
    un'altra, esclusivamente maschile o femminile. Ma, soprattutto, questo difetto
    si eserciterà nella facilità con cui trasmetterà sconsideratamente le
    iniziazioni e gli insegnamenti di cui è depositario, ad interpreti inadatti ed
    estranei a questa Scuola. Cederà, per la medesima ragione e con altrettanta
    sconsideratezza, segreti iniziatici ad individui, per ottenerne i favori. Ed
    infine, come per le fornicazioni e gli adulteri spirituali rimproverati ad
    Israele dai Profeti e dal Cristo, egli si farà, forse, anche seguace di
    dottrine, iniziazioni e cerimonie, spesso di segno opposto. Non esiterà, per
    suo interesse, per suo piacere, o anche per sua semplice curiosità, a
    rivolgersi verso correnti di Forze inferiori o astrali, allorché scorgerà che
    le Forze Superiori non gli rispondono, non potendogli quindi servire in questi
    domini.
    La LUSSURIA corrisponde all'Aria e si oppone alla Giustizia.

    La Pigrizia.
    La Pigrizia porterà l'Aspirante smarrito verso una specie di quietismo, dove
    l'inazione dell'Anima e l'assenza di ogni opera esteriore gli faranno
    considerare la perfezione come banale amore per Dio. Resterà cieco ai mali
    degli esseri che lo circondano o, vedendoli, non farà nulla per alleviarli,
    stimandoli quale equo risultato dei loro errori passati. Giungerà a
    disinteressarsi anche di se stesso, rimettendosi alla Provvidenza per accedere
    alla salvezza della perfezione morale, considerando così l'Ignoranza una via
    tanto sicura, quanto la Conoscenza Spirituale.
    La PIGRIZIA corrisponde al Fuoco rovesciato e s'oppone alla Forza.


    L'Invidia.
    L'Invidia porterà il piccolo-iniziato a desiderare non solo i primi posti ed i
    piccoli-onori, ma non esiterà a ritardare, e magari a combattere,
    l'avanzamento altrui se v'indovina o vi teme una superiorità che può eclissare
    la sua. Userà lo "spegnitoio" su fatti e persone, dottrine ed insegnamenti, su
    libri e documenti, se suscettibili di nuocere al suo prestigio ed interesse.
    Non avrà posa se non possiederà più degli altri, considerando un'offesa
    qualcosa che non possa ottenere, anche se ben deciso in anticipo a non
    servirsene perché all'opposto intellettualmente, od anche perché non ne
    comprende l'utilizzazione.
    L'INVIDIA corrisponde al Principio Sale e si oppone alla Carità.

    La Collera.
    Manifestandosi in lui la collera, l'Aspirante perderà disciplina e controllo
    su se stesso. Il suo autoritarismo e la sua straripante attività non gli
    permetteranno di comprendere come altri, in condizioni simili, siano meno
    avvantaggiati di lui. I suoi giudizi saranno affrettati, quanto definitivi; la
    sua irruente impazienza lo porterà a maltrattare i qualitativamente inferiori,
    i deboli e gli ignoranti. E se ha la disgrazia di divenire odioso, forma più
    tenebrosa dell'invidia, le sue piccole-conoscenze, potrebbero fare di lui un
    mago Nero.
    La COLLERA corrisponde al Principio Mercuriale e si oppone alla Carità.

    L'Orgoglio.
    Lo si è chiamato da più parti: "il padre di tutti i mali". Nell'Aspirante,
    l'Orgoglio lo porterà a considerarsi superiore ad ogni profano e da tutti
    molto diverso, e questo perché intellettualmente solo un po' arricchito. Egli
    s'immaginerà volentieri in possesso di segreti e d'insegnamenti che sono stati
    svelati solo a lui; s'immaginerà spesso predestinato ad una certa missione,
    che solo lui può svolgere, giustificato dai suoi meriti e qualità speciali.
    Spesso afferma di essere stato questo o tal'altro importante personaggio in
    vite precedenti. Da tutto questo clima - ed altro ancora - egli acquisirà
    un solido ed altezzoso disprezzo per quello che definisce l'umanità profana.
    E circondato da un esilio "dorato", resterà nell'impossibilità di percepire
    o riconoscere che, magari vicino a lui, dissimulate nella banalità di
    esistenze modeste, operano Anime di scelta mille volte superiore alla sua.
    In breve, nel passato come nel presente e nel futuro, egli è colui a cui
    tutto è dovuto e di conseguenza tutto può esigere.
    L'ORGOGLIO corrisponde al Principio Zolfo e si oppone alla Fede.

    I Sette Vizi raddoppiano i Sette Peccati Capitali e ne sono in qualche modo i
    frutti:
    l'Imprudenza, frutto dell'Avarizia
    l'Intemperanza, frutto della Golosità
    l'Ingiustizia, frutto della Lussuria
    la Codardia, frutto della Pigrizia
    l'Odio, frutto dell' Invidia
    L'Alterigia, frutto della Collera
    l'Ignoranza, frutto dell' Orgoglio.
    L'Uomo è così punito dove ha peccato.

    Le due Cristallizzazioni spirituali.
    Due Virtù Tenebrose si oppongono alle Due Virtù Sublimali: l'Accecamento
    s'oppone all'Intelligenza, l'Errore alla Saggezza.

    L'Accecamento: Questa Potenza Tenebrosa ci toglie il discernimento degli
    Spiriti e ci mette nell'impossibilità di percepire all'interno delle specie e
    degli oggetti materiali cosa li lega ai Poli opposti del Bene e del Male,
    della Luce e delle Tenebre. Essa ci vela il senso nascosto delle parole,
    ottenebra immediatamente l'esoterismo ed il senso superiore dei Testi, ci fa
    preferire "la lettera che uccide" allo Spirito che vivifica. E, cosa ancora
    più grave, ci impedisce l'accesso al senso profondo delle Scritture Cristiane
    o di ogni Libro Santo, se ci proviene da un'altra religione. Infatti, egli
    regna Signore nell'animo di ogni materialista e di ogni ateo, allorché questi
    sono tali tanto per un atto deliberato della loro volontà, quanto per una
    discesa progressiva verso l'accecamento in conseguenza di una noncuranza
    cosciente. Ci vela le realtà spirituali dissimulate sotto le apparenze e si
    può dire che, per essa, le Verità Eterne divengono inaccessibili all'uomo
    "perduto".


    L'Errore: Questa Potenza Misteriosa ci porta la confusione interiore, ci
    toglie il senso del Bene e del Male, del Giusto e dell'Ingiusto, del Bello e
    del Brutto, del Buono e del Cattivo. In questi domini, ogni discriminazione si
    cancella a poco a poco, ma dove egli diviene più grave è quando ci offusca il
    senso del vero, dell'autentico, in materia religiosa. Per l'Errore,
    l'Aspirante sperduto non è più in grado di percepire ciò che gli è utile, e
    quando l'Anima è giunta così lontana, nell'immersione nella Materia e nella
    discesa verso le Tenebre Spirituali, si può difficilmente scorgere una
    risalita con i propri mezzi. Nell'impossibilità di distinguere ciò che ha
    perduto, di giudicare nettamente la sua situazione, l'Aspirante smarrito
    scambierà qui, e facilmente, il Male per il Bene e s'immaginerà, con
    ostinazione, d'essere sul cammino della Luce, mentre è su quello delle
    Tenebre. È nell'animo del Satanista che questa Potenza irrompe e s'irradia con
    ampiezza, deviando, con la sua Luce Nera, altri ciechi verso un Punto
    Determinato.




    FILOSOFIA ERMETICA

    La Prima Materia riceve il suo sostentamento dal FIAT o Verbo della creazione.
    Ed il Verbo proviene dal Padre, e per suo mezzo tutte le cose furono create.
    E lo Spirito emana dai Due, ed è l'aria divina che dà vita. Così l'aria rende
    viventi tutte le cose elementate. Il fuoco riscalda tutte le cose, l'acqua le
    rinfresca, le disseta e le ristora. La terra nitrosa, come una madre nutre e
    conserva tutte le cose. Così il fuoco ha generato l'aria e l'aria a sua volta
    alimenta il fuoco così ch'esso viva. Infatti l'aria cambiata in acqua è il
    nutrimento del fuoco, ed in questo elemento acqua e umido radicale, cioè
    nell'untuosa e grassa umidità radicale, brucia il fuoco. E la terra, come un
    contenitore di sali nitrosi, porge il nutrimento, e nel suo seno abitano
    questi elementi tutti, perché nel suo seno si trova il sulfureo sale nitroso
    della Natura. La cosa buona ed unica che il Superno ha creato in questo mondo
    visibile. Questo unico sale, madre degli elementi, è l'acqua che la Natura
    contiene nel suo ventre. Un Fenice che vive nel Fuoco. Un pellicano che dà
    vita col proprio sangue ai suoi figli morti. È il giovane Icaro annegato, la
    cui nutrice è la terra, l'aria è sua madre ed il fuoco suo padre, l'acqua la
    sua purificazione e la sua bevanda. Una pietra che non è pietra, un'acqua che
    non è acqua, ma una pietra con forza di vita ed un'acqua con potere di vita,
    un sulphur, un merkur, un sale che la Natura tiene nascosti in se stessa e che
    nessuno che non sia saggio conoscerà, né vedrà mai. Il Supremo concede i Suoi
    doni per il lavoro.


    Il Vetriolo Filosofico.

     "esistono due vetrioli - ci dice un maestro - o piuttosto il vetriolo può
    presentarsi sotto due forme, il Vetriolo Puro ed il Vetriolo Impuro o
    volgare..." . Effettivamente vi è, come ebbe ad affermare anche Paracelso,
    l'Anima di ciò che è conosciuto come Elemento Predestinato, in tutte le cose.
    Questo Elemento Predestinato si compone di Sale, di Zolfo e di Mercurio, ed è
    immerso e disseminato in una massa formata di flemma e terra morta, dannata;
    ciò ci da il Corpo, tale e quale lo vediamo. La Terra Morta è, evidentemente,
    l'Hil‚ degli Gnostici. Ne abbiamo un esempio nei vegetali: cosa sono gli
    alcaloidi come chinina o anicotina, se non i principi puri ed attivi di questi
    vegetali? Se privati di questi principi, essi restano senza forza e senza
    azione.

    Se nell'Alchimia fisica, supponiamo di sopprimere questa flemma o terra morta,
    avremo il Vetriolo Puro. Sarebbe altrimenti Vetriolo impuro e l'Opera sarebbe
    tanto più difficile e lunga, quanto maggiore l'impurità e minore la quantità
    d'Elemento predestinato. È questo Vetriolo Puro la base dell'Opera Ermetica,
    la Materia prima dell'Arte. È il Sale che, per una serie di operazioni,
    prenderà la forma del Mercurio o Fuoco Segreto, e, per un'intima unione tra
    Fisso e Volatile, ci darà lo Zolfo, la Calamita Filosofica che attrae lo
    Spirito Universale. il "Sale Armonico". Questa serie d'Operazioni è racchiusa
    nella frase: "Visita Interiora Terrae, Rectificando, Invenies Occultum
    Lapidem" definizione d'un procedimento alchemico interiore ben conosciuto dai
    Kabbalisti, riassunto poi in VITRIOL : "Visita l'interno della Terra e,
    rettificando, troverai la pietra nascosta".

    S'intravede ora, come deve svolgersi la prima operazione d'Alchimia
    Spirituale. L'Interiorizzazione alla ricerca del Sé. Recita un testo: "...non
    domandare la Fede, per poter pregare poi. Prega prima, e la fede inonderà la
    tua Anima. Ma non ho detto abbastanza, affinché tu sappia che devi ormai
    formarti un Corpo Mistico, che si sostituirà in tutti i tuoi atti al corpo
    visibile, per impiegare finalmente, le tue forze immateriali, e cos vivrai
    nell'iperfisico, e là è la vita..." "...coordina dunque tutte le tue azioni e
    tutte le tue impressioni, al fine di formare un insieme armonico perfetto.
    Sforzati d'acquistare l'estrema lucidità del tuo intento. Allontanati da ciò
    che contamina la vista, non ascoltare ciò che profana l'orecchio, esalta in te
    il sentimento nella personalità, per sforzarti poi di assorbire questa in seno
    all'Assoluto..."

    Alla Vista, non offriremo che letture, un gabinetto di lavoro, laboratorio
    ed oratorio, strettamente limitati a quelle tre qualità.

    All'Udito interiore, testi dalle profonde risonanze a quelle tre note. Le
    parole, le frasi, i pensieri, portano con sé un'anima insospettata, un testo
    profondamente meditato, pensato e ripensato da centinaia di Adepti, diventa in
    qualche modo un'armonica, in una successione di Parole di Potere.

    All'Odorato, creeremo un clima particolare, con fumigazioni frequenti al
    momento delle orazioni o delle nostre meditazioni. Sopprimeremo ogni miscuglio
    evocante un clima psichico diverso e non adatto o praticato in dottrine
    straniere, ma soprattutto di quei luoghi e di quelle operazioni che riguardano
    la magia pratica. Ma torneremo su quest'argomento.

    Al Tatto, offriremo il contatto dei vecchi libri ermetici letti e riletti,
    meditati e conservati con amore da coloro che ci precedettero sul Cammino.
    Un'opera antica è sempre superiore ad un libro nuovo. Ogni oggetto si carica a
    poco a poco, nel corso della sua vita incosciente, e la psicometria ne dà
    dimostrazione definitiva; il ricercatore ci lascia sempre qualche cosa della
    comprensione o della incomprensione, inevitabilmente mischiate. Resta
    nondimeno, nell'incavo delle sue pagine, la Potenza del suo sforzo teso allo
    scopo.

    Al Gusto, riserveremo l'arte di scegliere, con saggezza e buon "gusto", gli
    elementi generali di questo quadro essenzialmente occidentale, rosacrociano ed
    ermetico. Non utilizzeremo simbolismi troppo marcati da una qualunque
    confessione; lasciamo tutte queste formule in Catene, dove si parla per non
    dir nulla. E non ci legheremo con riti ed usi comuni alle masse che, per
    camminare verso uno Scopo identico, non vanno affatto per la nostra stessa
    Via. Rammenteremo che la Potenza degli Eggregori è tale da attrarre e cedere
    Forza a coloro che sapranno fondersi ai Loro Rituali.



    Come l'Universo e l'influsso degli Astri irradiano secondo disegni e cicli ben
    determinati l'Evoluzione dell'Opera Ermetica, così, nel "cielo interiore",
    l'Aspirante vedrà lo svolgersi di una successione di "stagioni" simboliche.
    Alla "stagione mistica" di ogni Virtù Cardinale, corrisponderà dunque una
    stagione terrestre, un Elemento, un Temperamento, un Modo Ascetico ed un
    aspetto del Tretramorfo Divino con l'Arcangelo corrispondente:

    Apostolo
    Virtù Card
    Dono dello S.S.
    Stagione
    Ascesi
    Elemento
    Arcangelo
    Luca
    Prudenza
    Consiglio
    Autunno
    Silenzio
    Terra
    Uriel
    Matteo
    Temperanza
    Timore
    Inverno
    Solitudine
    Acqua
    Gabriele
    Giovanni
    Giustizia
    Pietà
    Primavera
    Digiuno
    Aria
    Raffaele
    Marco
    Forza
    Coraggio
    Estate
    Veglia
    Fuoco
    Michele

    Così:
    alla Prudenza  corrisponde il        Silenzio e la Terra;
    alla Temperanza     corrisponde la      Solitudine e l'Acqua;
    alla Giustizia      corrisponde la      Fame e l'Aria;
    alla Forza     corrisponde la          Veglia e il Fuoco.

    Si ritrovano queste quattro mortificazioni tanto nel Cristianesimo, che nel
    Buddismo e nell'Islamismo. In particolare, nella Sfinge con la sua tetralogia
    ben nota agli Occultisti:

    SAPERE
    VOLERE
    OSARE
    TACERE
    Acqua
    Aria
    Fuoco
    Terra

    che corrispondono ai quattro elementi, disposti esattamente come nella base
    della Tetractys Ermetica.


    Il Silenzio

    Il Silenzio può essere:
    Silenzio della lingua, che consiste nell'astensione dal parlare diversamente
    che "per Dio" o "con Dio" o con "un altro Dio". S'intenderà per "altro Dio" il
    contatto con il Maestro.
    Silenzio del Cuore, consiste nella rinuncia di ogni pensiero diretto agli
    Esseri o alle Cose Create.
    Il Silenzio, solo, conduce alla Conoscenza di Dio. "Pensa a Dio più spesso che
    non respiri..." È la Via prima dell'Aspirante. Il Silenzio corrisponde alla
    Terra e alla Prudenza.


    La Solitudine

    La Solitudine è il mezzo per assicurare il Silenzio alla lingua. Infatti
    eviteremo di mischiarci materialmente agli altri, alla folla profana, alle
    futili preoccupazioni per futili desideri e futili obiettivi. Separa nella
    mente, se necessario, gli uomini dalle donne, gli uomini e le donne. Il
    monachesimo è stata la prima Via per l'Iniziato, ed evitare interiormente il
    contatto degli Esseri e delle Cose del mondo grossolano è la Via Prima
    dell'Adepto. Essa obbedisce a tre moventi: Evitare il Male proveniente dal
    Prossimo; evitare il Male che si può fare al Prossimo; rendere permanente la
    compagnia del Maestro che si ha nell'Assemblea. La Solitudine, sola, conduce
    alla Conoscenza del mondo e corrisponde all'Acqua ed alla Temperanza.



    La Fame o il Digiuno

    Il Digiuno consiste nella riduzione del nutrimento, con la conseguenza
    naturale di una diminuzione dei bisogni fisici. Essa deve essere assicurata
    nello spirito di povertà, modestia, dolcezza, calma, purezza. Che l'Aspirante
    ricordi i digiuni di tutti i grandi Profeti. I quaranta giorni di digiuno
    nella terribile solitudine del deserto di Giuda, al termine del quale il
    Maestro Gesù ebbe l'apparizione di Satana, il Principe delle Tenebre, e la
    Prova della triplice tentazione. Ed il Cristo spiega agli Apostoli come, nella
    guarigione di un posseduto, certi demoni siano scacciati solo dal digiuno.
    La Fame, sola, conduce alla Conoscenza di Lucifero e corrisponde all'Aria, di
    cui egli è Principe (Paolo, Ef. 2,2), ed alla Giustizia.



    La Veglia.

    La Veglia è frutto della Fame poiché questa scaccia il sonno inutile, spesso
    reso pesante da una nutrizione troppo abbondante. Ora, vi sono contatti tra
    Uomo ed Assemblea "Celeste" che al Principio non possono riuscire che nel
    sonno, traendo vantaggio da uno sdoppiamento dell'Anima fuori del Corpo,
    lontana dalla sua Vibrazione grossolana. Una quiete suscettibile di liberare
    l'Anima, è il sonno che ha luogo durante un digiuno importante. Ma la nostra
    Veglia ha altri scopi che sono:
    La Veglia del Cuore, che ricerca istintualmente la Contemplazione.
    La Veglia dell'Occhio, la Visione, che realizza ed oggettiva questa nel
    cuore, (il Tempio Interiore o Uovo Filosofico), definendola.
    La Veglia, sola, conduce alla Conoscenza dell'Anima e corrisponde al Fuoco ed
    alla Fede.


    GLI ELEMENTI DELLA GRANDE OPERA

    La Terra dei Filosofi: la Prudenza.

    La Prudenza è un principio d'azione morale che perfeziona la ragione pratica
    dell'uomo, affinché in ciascuna delle sue azioni egli disponga ed ordini ogni
    cosa come conviene, comandando a se stesso, ed a tutti coloro la cui azione è
    subordinata e ne dipendono, ciò che conviene fare ad ogni istante, per la
    realizzazione perfetta di ogni Virtù. Essa è costituita, nelle sue
    applicazioni correnti, da diversi aspetti: Il ricordo delle cose passare, o
    memoria; chiarezza di vedute nei principi d'azione generale, o particolare;
    la riverenza per ciò che hanno determinato i più saggi che ci hanno preceduto;
    la sagacità di scoprire ciò che sarebbe impossibile domandare repentinamente
    ad altri; il sano esercizio della ragione, applicato ad ogni azione; la
    lungimiranza e la determinazione voluta al momento dell'azione, e riguardo la
    sostanza di questo atto; la circospezione verso tutto ciò che comporta detto
    atto; la precauzione verso tutto ciò che potrebbe mettervi ostacolo e
    comprometterne il risultato.

    La Prudenza è, a dirla schietta, la virtù del comando: Comando a se stessi, o
    prudenza individuale. Comando nella famiglia, o prudenza familiare. Comando
    nella società, o prudenza reale.
    Un dono dello Spirito Santo corrisponde alla Virtù della Prudenza, ed è il
    dono del Consiglio. Con questo nome s'intende una disposizione superiore e
    trascendente, che perfeziona la ragione concreta e pratica dell'uomo. Questa
    disposizione particolare la rende, allora, pronta e docile a ricevere tutto
    ciò che è necessario all'illuminazione. Essa viene in soccorso della ragione
    umana ogni volta che si rende necessario poiché, anche provvista di tutte le
    virtù, acquisite od infuse alla sua nascita, la ragione umana resta sempre
    soggetta all'errore o alla sorpresa, nell'infinita complessità delle
    circostanze che possono intervenire nella sua azione, sia per essa stessa, che
    per altri. In tutto ciò, l'insieme delle trappole che la Prudenza ci permette
    di evitare. Virtù determinante allo sviluppo, è la prima a dover cercare di
    assimilare e, con lei, il dono del Consiglio. La Virtù della prudenza ed il
    dono del Consiglio si raggiungono con la pratica del Silenzio e della
    Meditazione, e corrispondono alla Terra dei Filosofi. Terra Filosofica.





    L'Acqua dei Filosofi: la Temperanza.

    La Temperanza è la Virtù che mantiene, in tutte le cose, la parte affettiva e
    sensibile nell'ordine della ragione, affinché essa non porti indebitamente ai
    piaceri che attraggano particolarmente i cinque sensi esteriori. Si manifesta
    nei seguenti modi:
    La continenza  che consegue dal non seguire i movimenti scomposti delle
    Passioni.
    La clemenza nel moderare, secondo la Virtù di Carità, l'azione correttiva
    su coloro che hanno commesso del male, che la Virtù di Giustizia esige di
    veder corretto ed espiato come necessario ed ineluttabile.
    La mansuetudine dell'evitare il movimento interiore della passione
    d'equità, che altro non è, esteriormente, che la Collera.
    La modestia consiste nel raffrenare, moderare o regolare la parte emotiva
    in cose meno difficili delle precedenti, come il desiderio del proprio
    eccellere, il desiderio di conoscere ciò che non ci è immediatamente
    necessario o utile ai nostri fini ultimi, le azioni e le attrazioni esteriori
    del nostro corpo carnale ed infine, la nostra apparenza nella maniera di
    comportarsi, vestirsi, ornarsi.

    Alla Virtù della Temperanza corrisponde un dono dello Spirito Santo ed è il
    dono del Timore, che consiste nel tenersi d'innanzi alla Rivelazione
    Tradizionale, che ci presenta una conoscenza di DIO, con santo rispetto in
    ragione della eccellenza e della bont… della Maestosità Divina. E non si tema
    nulla quanto l'esporsi ad allontanarsi da Lui, a causa dei nostri errori e
    delle nostre mancanze. Inoltre, il dono del Timore, avuto riguardo
    all'eccellenza dei fini ultimi che la Rivelazione Tradizionale ci trasmette,
    ci fa considerare tutte le cose del mondo grossolano, che risvegliano il
    piacere dei sensi volgari, come pericolose o perfettamente inesistenti. La
    Temperanza ed il dono del Timore si raggiungono con la pratica del Silenzio, e
    corrisponde all'Acqua dei Filosofi. Acqua Filosofica.



    L'Aria dei Filosofi: la Giustizia.

    La Giustizia è la Virtù che ha per scopo il far regnare tra gli Esseri
    un'armonia di rapporti, fondata sul rispetto di ciò che costituisce, a diversi
    gradi, i loro beni morali o fisici, spirituali o materiali, ed il regolare i
    nostri stretti doveri riguardo tutte le cose e tutte le creature. Come tale si
    distingue dalla Carità che, per uno spirito differente, è meno sottomessa a
    norme limitative. La Giustizia fa regnare la Pace e l'Ordine nella vita
    individuale, come nella vita collettiva. Si applica tanto ai beni temporali,
    quanto alla reputazione ed alla dignità spirituale del prossimo. Il dono dello
    Spirito Santo che corrisponde alla Virtù di Giustizia, è il dono di Pietà.

    La Pietà consiste nell'abituale disposizione della Volontà a rendere l'uomo
    pronto a ricevere la manifestazione diretta e personale dello Spirito Santo,
    ponendolo a contatto con Dio, la Causa Prima, nei più lontani misteri della
    Sua Vita Divina; come un Padre, teneramente e filialmente riverito, servito ed
    obbedito. Ci guida la Giustizia, a trattare con tutti gli altri uomini, come
    con tutte le altre creature ragionevoli, Angeli, Spiriti e Demoni, nei nostri
    rapporti con essi, come lo domanda il Bene Divino e Superiore che ci unisce
    tutti, a gradi diversi, nella Causa Prima, come Padre della grande famiglia
    divina. Il dono di Pietà è certamente ciò che mette il "Sigillo di Perfezione"
    ai rapporti che gli uomini possono e debbono avere, sia tra loro che con Dio.
    È il coronamento della Virtù di Giustizia e di tutto ciò che essa regola. La
    Giustizia e il dono di Pietà si raggiungono con la pratica del Digiuno, che
    corrisponde all'Aria dei Filosofi. Aria Filosofica.

    La Forza è la Virtù che ha per fine la perfezione dell'ordine morale nella
    parte emotiva e sensibile dell'uomo. Consiste nel resistere ai più gravi
    timori, così come a moderare gli impulsi d'audacia più arditi, affinché l'uomo
    non si allontani mai dal suo dovere.

    La Forza si manifesta sotto diversi aspetti: La magnanimità nell'affermare la
    speranza verso opere grandi e belle, che si desiderino compiere. La
    magnificenza di una disposizione della parte emotiva ad affermare ed
    accrescere l'impulso della speranza verso ciò che è arduo e costoso da
    compiere, verso tutto ciò che è doloroso e faticoso da realizzare. La pazienza
    di sopportare con stoicismo, e sino alla Reintegrazione finale, tutto il
    dolore che ci viene dalla vita presente, nel sopportare gli interventi ostili
    o sacrileghi degli altri uomini verso l'Opera o nei loro rapporti con noi, e
    quello delle forze del Male all'occasione della Battaglia. La perseveranza di
    combattere il timore della durata di uno sforzo e senza badare al suo
    possibile insuccesso.

    Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Virtù di forza, è il dono di
    medesimo nome, altrimenti chiamato Coraggio. Se la Forza non riguarda che gli
    ostacoli ed i pericoli che l'uomo ha il potere di sormontare o di subire, il
    dono corrispondente dello Spirito Santo si rivolge ai pericoli ed ai mali che
    non sono assolutamente in facoltà dell'uomo -solo- affrontare vittoriosamente.
    Così il dono di Forza o di Coraggio permette di vincere il dolore che
    accompagna la separazione, nella morte fisica o psicologica, da tutti i legami
    della vita presente, e di mantenere l'attenzione per il solo bene superiore
    che li compensa e li supplisce all'infinito: la Reintegrazione e la vita
    eterna che ne deriva. Questa sostituzione, effettiva, facile e desiderata
    della Reintegrazione, a tutti i dolori e miserie della vita terrestre,
    malgrado tutte le difficoltà e tutti i pericoli che si addensano sul Sentiero
    dell'uomo in marcia verso lo Scopo Supremo, dolori e miserie che la Morte
    fisica riassume tutti, questa sostituzione è l'Opera particolare dello Spirito
    Santo. Lo scopo essenziale di questo dono è, infatti, la Vittoria dell'uomo
    sulla Morte e su tutti i terrori che essa ispira. La Forza ed il dono del
    medesimo nome, si raggiungono con la pratica della Veglia che corrisponde al
    Fuoco dei Filosofi. Fuoco Filosofico.

    Il Principio Sale: La Carità.

    La Carità è la Virtù che ci eleva ad una vita di comunicazione con le Potenze
    Celesti, intermediarie del Piano Divino, e con il Piano Divino stesso, se sia
    di sua felicità e giudizio farlo. La Carità come aspetto di contatto e di
    comunicazione mistica, suppone in noi due cose: una partecipazione alla Natura
    Divina che, divinizzando la nostra, ci eleva al di sopra, e a dispetto di ogni
    ordine naturale umano ed angelico Oltre dunque al modo ultimo di
    manifestazione nella creazione mondana e sino a quello proprio di DIO e
    facendo di noi degli dei secondari evidentemente, ed introducendoci nella Sua
    intimità: Salmo LXXXII: "Dio sta nell'Assemblea Celeste, Egli giudica tra gli
    Dei..." ; Vangelo di Giovanni, X,34: "Ho detto, voi siete degli dei..."

    Dei Principi d'azione proporzionati a questo stato divino e che ci mettono in
    grado di agire da veri agenti secondari, figli di Dio e come agisce Lui
    stesso, conoscendolo come Lui ci conosce, amandolo come Lui ci ama e
    compiacendoci in Lui come Lui si compiace in noi. Queste due realizzazioni
    mistiche sono intimamente legate alla presenza, nell'Anima dell'Adepto, della
    Carità assoluta che sgorga da un atto d'amore totale, con il quale l'Uomo
    vuole a Dio quel bene infinito che la Fede gli ha rivelato, e che prova anche
    per se stesso e per tutti gli altri uomini.


    La Carità comporta anche altri aspetti secondari: La Misericordia che
    c'impietosisca sul dolore degli Esseri, in tutti gli aspetti della vita, e che
    si soffra di questa miseria e di questa angoscia come proprie, realmente ed
    intimamente proprie. La Generosità che ci fa essere sempre ed immediatamente
    portati ad ostacolare il Male ed a facilitare il Bene, tanto nel dominio
    spirituale che in quello materiale. L'uomo, essere dotato di una coscienza che
    non partecipa ai suoi compromessi, non saprebbe ignorare né il Male, né il
    Bene, conoscendo l'uno e l'altro, pretendersi al di là, al di fuori dell'uno o
    dell'altro, e cioè eludere le proprie responsabilità. Il dono dello Spirito
    Santo che corrisponde alla Virtù di Carità, è il dono di saggezza che non
    bisogna però confondere con la Virtù Sublimale di questo nome. Il dono di
    saggezza, che non sarà la Saggezza, fa si che l'uomo sotto l'azione occulta
    dello Spirito Santo, giudichi ogni cosa con la sua ispirazione prendendo per
    norma e per regola propria i giudizi della più alta e sublime di tutte le
    Cause, la Saggezza Divina, tale quale essa si è degnata manifestarsi a noi,
    con la Fede che è lo Zolfo dei Filosofi.

    La Carità corrisponde, nella Vita iniziatica, al voto di povertà (essenzialità
    della vita): il Disinteresse ai beni, agli onori, ai piaceri di questo mondo
    inferiore, è con questo voto di Povertà che si raggiunge egualmente il dono di
    saggezza.

    Il Principio Mercurio: la Speranza.

    La Speranza è la Virtù che rende la nostra volontà sostenuta dall'Azione
    divina che, venendo essa stessa verso di noi, ci conduce alle Verità Eterne,
    quali la Fede ce le rivela e come ciò che può e deve essere la nostra completa
    illuminazione. Questa Virtù è assolutamente inaccessibile senza la Fede, che
    presuppone necessariamente, giacché è la Fede sola che dà alla Speranza
    oggetto e motivo sul quale basarsi. Il dono dello Spirito Santo che
    corrisponde alla Virtù di Speranza è il dono della Scienza, la quale sotto
    l'azione dello Spirito Santo, deve poter giudicare con certezza assoluta e
    verità infallibile, e senza affatto usare il naturale procedimento del
    ragionamento, ma intuitivamente, il vero carattere delle cose create in tutti
    i loro rapporti con quelle della Speranza. Che esse debbano essere ammesse e
    professate o servire a scopi o soggetti per la nostra condotta, affermando
    così immediatamente, ciò che nel mondo Naturale è in armonia con le Verità
    Eterne, o al contrario, è loro opposto.
    La Virtù di Speranza corrisponde, nella vita iniziatica, al voto di Castità,
    che non ha nulla in comune con la continenza sessuale. Ed è la Castità che
    permette all'uomo di liberarsi poco alla volta della servitù dei sensi. Così
    come permette alla comune coppia umana, agendo in modo naturale e legittimo,
    la continuazione della creazione delle forme della specie, senza decadere o
    depravarsi reciprocamente. È con il voto di Castità che si raggiunge
    egualmente il dono della Scienza.

    Il Principio Zolfo: la Fede.

    La Fede è la virtù che rende la nostra intelligenza fermamente aderente e
    senza dubbio d'ingannarsi, benché essa non percepisca questo in modo
    intelligibile, a tutto ciò che gli giunge attraverso il canale della
    Rivelazione Tradizionale e di conseguenza da Dio stesso, nella Sua Volontà di
    comunicare all'uomo del Suo fine ultimo per lui, che è la Reintegrazione e
    sull'esistenza d'un mondo invisibile di cui quello dell'uomo non è che il
    riflesso imperfetto e rovesciato.

    Il dono dello Spirito Santo che corrisponde alla Fede è l'intelligenza, che
    però non va confusa con quella Virtù sublimale dallo stesso nome. Il dono
    d'intelligenza, che non è dunque l'Intelligenza, aiuta la Virtù di Fede nella
    conoscenza della Verità divina, permettendo allo spirito dell'uomo sotto
    l'azione dello Spirito Santo, di penetrare il senso velato, nei termini e
    nelle affermazioni della Rivelazione Tradizionale, per poterla comprendere, ed
    almeno avvicinare i Misteri più profondi mantenendone intatto tutto il suo
    compendio d'importanti significati. La Fede corrisponde, nella Vita
    Iniziatica, al voto d'Obbedienza e che permette anch'esso il raggiungimento
    del dono d'intelligenza.

    L'Argento dei Saggi: l'Intelligenza.

    L'Intelligenza è l'attributo di ciò che corrisponde alla visione,
    all'intuizione, alla penetrazione ed all'informazione. Come tale dunque,
    l'Intelligenza è la Gnosi delle Cose Divine, la Scienza del Bene e del Male,
    ma quale loro percezione distinta. È lei che ci dà il discernimento degli
    Spiriti e la possibilità di percepire sotto gli aspetti, o forme fisiche, il
    loro collegamento ai Poli del bene o del male, della Luce o della Tenebra.
    L'Intelligenza ci fa penetrare nel senso occulto delle parole e delle lettere
    dei testi esoterici e nel loro significato superiore; ci allaccia al senso
    profondamente velato delle Sacre Scritture e dei Libri Santi e ci rivela
    "...il simbolismo superiore dei Segni Sensibili: Riti, Simboli, Oggetti e
    Materie Sacramentali..." Ci permette d'afferrare, con la mente fisica, realtà
    spirituali nei riflessi imperfetti delle apparenze, ci mostra le cause e gli
    effetti. Nell'Alto simbolismo Spirituale della Tradizione, ci accosta alla
    realtà del sangue del Cristo, versato sul Calvario come Atto purificatorio per
    le nostre Anime ed Atto di riconciliazione; e nel fianco trafitto del Cristo,
    da cui il Pellicano ermetico della Rosa+Croce, ci rivela la sorgente
    invisibile ed unica dei Sacramenti essenziali.

    Questa Virtù ci mostra l'Eterna Realtà, raggiunta dalla Fede, sotto una luce
    tale che, pur senza mai comprenderla in modo totale, ci rinsalda nella nostra
    certezza e non solo intuitivamente, come con la Fede, ma come ragionevole
    chiara-visione. Ad un più alto livello, essa ci dà una visione di Dio non già
    rivelandoceLo, -ciò è impossibile-, ma facendoci comprendere con certezza
    assoluta ciò che Egli non potrebbe essere. L'Intelligenza ci rivela dunque
    quella che un Maestro indica come "La Tenebra Divina".

    L'Oro dei Saggi: la Saggezza.

    "La Saggezza consiste nella scelta del migliore fra i dati accessibili
    all'Intelligenza." Presupponendo dunque questo, la Saggezza non opera nel suo
    seno che per eliminazione. È la sottomissione spontanea, intelligente e
    comprensiva, ad un bene che percepisce predominante. Come tale, è una
    discriminazione tra atto di Bene o di Male nella Scienza di questi due
    Opposti. Se Intelligenza è Conoscenza, Saggezza è l'uso che se ne fa; in
    qualche modo l'aspetto superiore dell'azione della Fede, della Carità e dei
    Principi Mercurio e Sale. La Saggezza ci fa giudicare tutte le cose,
    giudicandole in conformità della più Alta di tutte la cause e dalla quale
    tutte le altre dipendono, mentre essa non dipende da nessun'altra. Ed è in
    questa Virtù che l'Adepto può raggiungere il più alto grado di conoscenza
    accessibile ad un Essere incarnato, poiché questa non risiede più in un
    fenomeno di percezione generale, come nell'Intelligenza, Scienza del Bene e
    del Male, ma in un fenomeno di percezione particolare che è solamente Scienza
    del Bene e della sua conoscenza assoluta.
    È ancora nella Carità la base della nascita in noi della Saggezza; infatti la
    Carità sgorga da un atto di amore totale dell'uomo verso Dio e la sua
    Creazione che la Fede gli ha fatto conoscere, quello stesso amore che ora
    vuole per lui e per tutti gli altri esseri, coscientemente inseparabili da
    DIO. Da questo momento, non vivendo che questo Bene, avendolo compreso e
    definito, non potrebbe più confonderlo con il suo contrario, se non per un
    atto di volontà negativa. E di tutto ciò che gli porterà delle cose, la "rete
    della sua intelligenza", della visione di tutti i "possibili" di Dio, sarà di
    quest'atto d'amore totale ch'egli si servirà come Pietra di Paragone. "La
    Saggezza sarà il filtro epuratore dell'Azione dell'Intelligenza in lui."




    La Pietra d'Acqua.

    Non è possibile indagare a fondo le scienze e la Sapienza ed imparare a
    comprenderle correttamente se una Luce speciale non illumina ed aiuta il
    lettore e gli apre gli occhi. Questa Luce è fatta in modo che colui che la
    possiede, anche nelle più grandi tenebre, anche senza nessun'altra luce, può
    egualmente vedere; e colui a cui essa manca, anche nella piena luce di
    mezzogiorno resterà cieco. Chi arriva a possedere una tale Luce, a costui è
    possibile sapere come tutto si manifesta dall'origine primordiale, vedere e
    riconoscere tutte le stelle, il centro dei cieli nel cuore della Natura e
    delle creature, e fino al più profondo degli inferni. Vedere come è forgiata
    l'Aura catena Homeri, e come sono collegati gli anelli, il superiore con
    l'inferiore, il celeste con il terrestre. Come essi sono collegati attraverso
    il MEDIO e come la stella a sei punte, che è il segno, sia intrecciata, e come
    questa Luce risplendente attraverso la Natura, che rende l'invisibile
    visibile, lo spirituale corporale, e di nuovo converte l'uno nell'altro. Anche
    sotto quale forma, peso, misura, scopo, essa tutto ripartisce con estrema Arte
    nei tre regni del mondo sublunare. Traduz. di A. Pancaldi





     Il Fuoco dei Filosofi: la Preghiera.

    Il senso del divino, nell'uomo non rigenerato, si esprime principalmente
    attraverso l'emotività religiosa e per mezzo di riti, cerimonie e sacrifici.
    Riveste la sua più alta espressione nella Preghiera, che accompagna
    necessariamente questo insieme. "I Santi Uomini di Dio, quando vogliono
    camminare sui Trentadue Sentieri di Saggezza, cominciano a meditare sui
    versetti sacri e si preparano convenientemente con sante orazioni." Ma la
    preghiera, come il senso del sacro che esprime, è un fenomeno spirituale. Ed
    il mondo Spirituale è fuori dall'attacco di ogni tecnica sperimentale, anche
    moderna. Il dominio scientifico comprende, felicemente, la totalità
    dell'osservabile e può, con l'ausilio della fisiologia, estendersi sino alle
    manifestazioni dell'iperfisico, mai al metafisico. Come raggiungere dunque una
    conoscenza reale della Preghiera? Sarà attraverso l'osservazione sistematica
    dell'uomo che prega, che apprenderemo in cosa consiste questo fenomeno, come
    si produce, ed i suoi effetti.

    La Preghiera ha sempre rappresentato lo sforzo dell'uomo per comunicare con
    Entità incorporee o metafisiche: antenati, guide, santi, archetipi, dei, o con
    la Causa Prima, sommità della Piramide, o forse solo con se stesso. Lungi dal
    consistere in una vana e monotona recitazione di formule, la vera Preghiera
    rappresenta nell'uomo uno stato mistico, in cui la coscienza si avvicina
    all'Assoluto. Questo stato non è di natura intellettuale, così da restare
    inaccessibile quanto incomprensibile al filosofo razionalista e all'erudito
    ordinario. Per pregare bisogna fare lo sforzo di tendersi costantemente verso
    la Divinità: "Pensa a Dio più spesso di quanto non respiri... e delle
    cortissime, ma frequentassimo invocazioni mentali, mantengono l'uomo nella
    presenza di Dio." "La vera preghiera è figlia dell'Amore, è lei il sale della
    Scienza che fa germogliare nel cuore dell'uomo come nel suo terreno naturale.
    Essa trasforma tutte le sfortune, perché è figlia dell'Amore, perché bisogna
    amare per pregare e si deve essere virtuoso per amare." "Ma questa preghiera
    cos efficace, può mai venire da noi? Non occorre che ci venga ispirata,
    pensando poi solamente ad eseguirla con attenzione e ripeterla con
    esattezza?...Chi ci concederà d'essere come fanciullo verso la Voce che
    c'ispira?.." Ma vedremo poi cosa va inteso con questa 'voce ' che parlando in
    noi c'ispira a raggiungere ..."il Fuoco introdotto in una Forma"...

    Vi è un altro ruolo nella Preghiera, quello di Costruire ed Operare in
    "regioni spirituali" che restano al mondo materiale sconosciute ed
    inesplorabili: "Ora et Labora" va soprattutto inteso nel suo significato
    ermetico. Per l'uomo non ancora acceso sarà, invece: "lavorare è come
    pregare". Quindi se nel mondo profano lavorare è come pregare, in quello
    Spirituale costruire, o lavorare, è demandato alla Preghiera: "..La Fede è la
    sostanza delle cose sperate." (S. Paolo)

    L'Orante si costruisce in un diverso livello, "in un altro mondo", quella
    Forma Gloriosa, quel Corpo di Luce indicato dal Maestro, e la Gerusalemme
    Celeste, la sua "Città Celeste", nata dal suo Tempio Interiore, che ne fu
    l'Archetipo iniziale. Avviene così un'Opera di reversione dall'Energia Celeste
    primitiva, ad una proiezione dell'Opera terrestre nel piano Celeste. Si può
    ammettere allora che l'uomo che non prega, non tesse la propria immortalità,
    privandosi così d'un prezioso tesoro. In ogni caso, ciascuno di noi troverà al
    di là della morte, ciò che avrà, durante la vita fisica, sperando di trovare,
    voluto realizzare. L'ateo andrà verso il nulla, l'Aspirante verso un'altra
    vita. Psicologicamente, il senso del divino sembra essere una pulsione sorta
    dal più profondo della nostra natura, un'attività fondamentale presente sia
    nel primitivo, che nell'uomo civilizzato, e le cui differenziazioni sono
    legate ad altri, anche se fondamentali, attributi quali il senso della morale,
    o estetico, e la volontà personale. La storia ci mostra come nelle Nazioni, la
    perdita del senso del sacro e del senso della morale nell'uomo, abbia condotto
    sempre alla decadenza ed al loro asservimento a popoli più forti nelle loro
    Tradizioni Spirituali. La dispersione di grandi popoli e di grandi civiltà,
    non ultime quella Greca e Romana, ne rimangono il triste esempio. D'altronde
    anche il senso del Divino montato all'eccesso, sino a raggiungere lo stadio
    d'intolleranza, fanatismo e cecità spirituale, ha condotto allo stesso
    risultato. È nella rottura degli equilibri, dall'accesso di assenza,
    all'accesso di presenza del senso di fede nel sacro, che sta il raggiungimento
    dello stadio di crisi nell'uomo, come nell'insieme di uomini.




    L'uomo, quale composto di tessuti liquidi ed organici, è permeato da un
    elemento, nel concreto imponderabile, chiamato "coscienza". Ora, poiché il
    corpo fisico -summa di quei tessuti e liquidi- è per la sua esistenza legato
    ad un regolare rapporto con il mondo concreto, è allora permesso supporre che
    la coscienza che lo abita si estenda oltre il continuum fisico, sino al suo
    simile, l' "universo spirituale", tanto da permettere il contatto tra due
    Mondi differenti, anche se differenti solo nella limitatezza delle umane
    percezioni. Se il corpo formale non può fare a meno, per il suo sostentamento,
    dell'universo materiale nel quale attinge gli elementi per la sua
    conservazione, (ossigeno, azoto, idrogeno, metalli ed altro sino al carbone,
    proteine, amminoacidi e cos via), attraverso le attività nutritive e
    respiratorie, altrettanto si evidenzierebbe dall'universo spirituale da dove
    la nostra coscienza attingerebbe i principi atti alla propria conservazione ed
    alla sua "salute".

    Cosa impedirebbe dunque di vedere in quella regione, chiamata Universo
    Spirituale, la sede di quella Causa Prima che le ordinarie religioni chiamano
    Dio? In caso affermativo, allora la Preghiera potrebbe considerarsi l'Agente
    di relazione naturale fra la nostra coscienza ed il suo ambiente, allo stesso
    titolo della respirazione e della nutrizione per il veicolo fisico. Non
    risulterebbe quindi pregare, più di quanto ne risulterebbe il respirare, il
    pensare, il mangiare o il bere.

    Il contatto con lo spirituale va considerato, a tutti gli effetti,
    l'equivalente d'una funzione biologica, e come del tutto normale e naturale
    per una parte dell'uomo. Trascurare quest'attività, sarebbe come atrofizzare
    il proprio Principio, l'attivazione del quale, va sottolineato, è indipendente
    dal Sistema (d'invocazione) usato. "...molte nevrosi sono causate dal fatto
    che molti vogliono restare ciechi alle proprie aspirazioni religiose, al
    seguito d'una passione infantile per i lumi della propria ragione." (C.G.Jung)

    Conviene doverosamente distinguere nell'argomento, la vaga ripetizione di
    formule ripetute senza che il proprio spirito, il Fuoco, vi prenda parte ed in
    cui solo le labbra abbiano una attività reale. Questo non è pregare. Bisogna
    che l'Uomo Interiore voglia che l'Uomo del Desiderio stia attento e dinamizzi
    ciò che labbra e cervello emettono congiuntamente. Assieme all'intuizione,
    senso morale, senso estetico ed intelligenza, il senso del divino dà alla
    propria Personalità umana il pieno vigore; ed è fuor di dubbio che la riuscita
    nell'impegno che è la propria vita, domandi d'ottenere il massimo sviluppo ed
    integrazione tra le nostre attività fisiologiche, emotive, intellettuali, e
    spirituali. Lo spirito è, ad un tempo, ragione e sentimento e noi dobbiamo
    amare la bellezza e la conoscenza tanto quanto la bellezza nella Morale o
    nella Forma pura e nell'azione. "..per ricordarne il nome, un uomo deve aver
    fatto un figlio, piantato un albero e scritto un libro" (Platone).

    La Preghiera diviene dunque il complemento ed utensile essenziale nell'Opera
    di Trasmutazione nell'uomo. Essa ne è il Fuoco ed il Crogiuolo, e non potrebbe
    non esserne il Cuore in cui austerità, solennità ed ascesi, ne sono gli
    elementi combustibili dalle purezze iniziali. L'Opera è lunga per la "Via
    Umida" e dura secondo le parole della Scrittura.... "Sino a quando non appare
    il giorno (la Luce dell'Anima) e la Stella del Mattino si leva nei nostri
    cuori" (Pietro, II Epistola 1-10)



    Il Rituale dell'Eucaristia rappresenta nel suo Cerimoniale la Grande Opera con
    gli elementi che la compongono: la coppa, il Pane-Materia, il vino
    Acqua-Spirito, l'evocazione, l'elevazione liturgica, la precipitazione e la
    Trasmutazione e Santificazione. Sono questi alcuni degli elementi da
    considerare, e vediamo ora, su tale argomento, quello che ci ricorda
    l'esperienza d'un Fratello, Vescovo della Chiesa : Nella celebrazione della
    Santa Eucaristia, vi sono molti simboli che riguardano la monade, l'ego e la
    personalità.

    Innanzitutto, per i tre elementi della Trinità, l'Ostia rappresenta Dio Padre
    od anche la Divinità una ed indivisibile; il Vino rappresenta il Dio Figlio,
    il cui Sangue è stato versato nel Calice di forma materiale; l'Acqua
    rappresenta lo Spirito Santo, lo Spirito che era presente al di sopra dello
    specchio delle acque, ed anch'esso è simboleggiato dall'acqua. Considerando
    poi la divinità dell'uomo, l'Ostia significa la Monade, la totalità, la causa
    invisibile di tutte le cose. La Patena significa il triplice Spirito
    attraverso cui la monade agisce sulla materia. Il Vino indica l'individualità
    versata nel calice del corpo causale, l'Acqua rappresenta la personalità che è
    così intimamente mescolata ad essa. Passando all'effetto della Comunione, la
    forza dell'Ostia è essenzialmente monadica ed agisce più potentemente su tutto
    ciò che nell'uomo dipende dalla diretta azione della monade; la forza del
    Calice supera quella dell'ego, il Vino ha una forza molto potente sui livelli
    astrali superiori e l'Acqua emette delle vibrazioni eteriche.

    Quando l'officiante fa sul Calice le tre croci con l'Ostia, vuole fortemente
    che l'influenza del livello monadico scenda sull'ego nella sua triplice
    manifestazione, e dopo, quando egli fa le due croci tra il Calice ed il suo
    petto, attrae quell'influenza nei suoi corpi mentale ed emotivo, per poterla
    poi completamente irradiare sui fedeli. Questo simboleggia i primi stadi
    dell'evoluzione, quando la monade è sospesa sulle sue manifestazioni
    inferiori, agendo su di esse, ma senza toccarle mai. Similmente il sacerdote
    tiene sospesa l'Ostia sul Calice, senza che una tocchi l'altro prima del
    momento stabilito. Quando il sacerdote lascia cadere un frammento di Ostia nel
    Calice, simboleggia la discesa d'un raggio della Monade nell'ego (l'Anima).
    Solo questo, per il momento, è dato scrivere.

    La Reintegrazione Universale.

    Sappiamo che la reintegrazione universale del Cosmo e di tutte le Creature
    spirituali e materiali, è lo scopo ultimo dell'Alchimia Spirituale. Secondo
    l'autentica tradizione Rosa+Croce infatti, l'intero universo si è degradato
    con l'Uomo, suo guardiano iniziale. Vi è in Genesi un passo a cui nella chiesa
    exoterica si dà poca attenzione: "...ormai il suolo non produrrà che spine e
    roveti e la Terra sarà maledetta a causa tua..." (Genesi 2, 17-18).

    Questa frase evoca invincibilmente l'Hilè degli Gnostici che stava ad indicare
    la Materia Prima del mondo inferiore dell'Universo, e nel greco antico stava
    ad indicare quello che appariva selvatico e non dissodato, terreni e boschi, e
    l'hilè s'oppone al concetto biblico di Eden, che significa, al contrario, ciò
    che appare curato, il giardino e, per estensione, l'ordine, l'oriente, la
    luce.

    Adamo abitava il Giardino dell'Eden sino alla sua discesa nel mondo del
    Desiderio e dopo aver conosciuto, per essernene nutrito, il Bene ed il Male.
    (Questo dramma rappresenta il momento dell'individualizzazione del genere
    umano raffigurato come Adamo Kadmon prima ed in Adamo separato, come Adam-Evé,
    nella separazione dei sessi e nella perdita della memoria di gruppo e la
    nascita dell'idea del peccato originale. L'Eden era divenuto l'Hilé.

    Come egli aveva rivestito una veste di foglie quale integrazione del Regno
    vegetale, poi pelli d'animale, altra allegoria della sua integrazione, ma
    questa volta del Regno animale (Genesi 2, 7-21) , così l'Eden si cristallizza
    e si oscura. Al Giardini di Luce, frutto d'un piano superiore, succede un
    Universo fisico in cui lo spessore dei suoi materiali, trattenendo la luce, lo
    rendono tenebroso e le Forma appaiono pesanti ed oscure. "...uomo, il male è
    ancora più grande. Non dire più che l'Universo giace sul suo letto di dolori,
    dì che l'Universo è sul suo letto di morte. E spetta a te rendergli gli ultimi
    doveri, spetta a te riconciliarlo con quella Sorgente pura da cui egli
    discende, quella Sorgente che non è Dio, ma uno degli eterni Organi della Sua
    Potenza e da cui l'Universo non dovette mai essere separato. Sta a te, ti
    dico, riconciliarlo con essa, mondandolo di tutte le sostanze di illusione e
    menzogna di cui non cessa d'impregnarsi dopo la Discesa, ed a discolparlo di
    aver passato tutti i suoi giorni nella vanità..."
     "...apprendete qui un segreto immenso e terribile, Cuore dell'Uomo tu sei
    l'unica Via attraverso la quale il Fiume della Menzogna e della Morte
    s'introduce ogni giorno sulla Terra. Cuore dell'Uomo quanti secoli
    occorreranno per strappare da te quel lievito estraneo, che t'infetta? Sentite
    gli sforzi dolorosi e strazianti che fanno i mortali per fare questa semenza
    di morte? Piangiamo, poichè nel cuore dell'Uomo, che doveva essere l'ostacolo
    delle Tenebre e del Male, domina il regno dell'abominio e dell'errore.
    Piangiamo, affinchè il Male trovi chiuse tutte le Porte e sia costretto ad
    errare cieco, nella spessa notte delle sue tenebrose Caverne..."

    I Maestri affidarono al primo Eletto le Chiavi della Reintegrazione Universale
    ed al secondo quelle della Riconciliazione Individuale. Ma è evidentemente
    inutile interessarsi all'azione della Rigenerazione dell'Universo, se non si
    conduce un'Azione simile e parallela in noi stessi. Nondimeno, lo si vede già,
    tutto si lega armoniosamente in questo insieme. Riprendiamo allora la
    venerabile scienza che ci ha guidato, nelle pagine precedenti, alla
    rigenerazione del mondo metallico. L'Alchimia tende a riprodurre, in quella
    ridotta scala dell'Universo che è il matraccio, l'azione dell'Artigiano
    Universale alle prese con elementi disorganizzati ed imperfetti,
    armonizzandoli ed amalgamandoli per fonderli nella loro perfezione finale.
    Cos che questo insegnamento, con la sua Operazione di lungo respiro,
    costituisce la Grande Opera. Questa Arte mette nelle condizioni il suo
    discepolo di sorprendere, di seguire e di poi riprodurre, tutto il processus
    misterioso, attraverso il quale l'Animatore Divino conduce il suo "giuoco
    d'Amore". Questo è il Magistero Filosofico per eccellenza, l'Arte che insegna
    all'uomo le operazioni probatorie che lo condurranno alla Certezza assoluta.
    Ed è sempre lei, il Maestro veridico che darà Gnosi e Fede.

     Le Operazioni degli ELETTI-COHEN, comportano tre elementi distinti:

    a) Esorcismi, destinati a stroncare l'azione demoniaca in seno agli Universi,
    ad impedire i loro effetti sugli uomini, a rompere il loro potere
    sull'Operatore ed i suoi discepoli, ad ottenere la limitazione o la cessazione
    di certi flagelli, ad annullare le Operazioni di Magia Nera.

    b) Evocazione-Invocazione, destinati a stabilire il contatto con il mondo
    Angelico e con la Comunione dei Santi (la Gerarchia); in quest'ultima
    l'Operatore sceglierà dei Patroni, particolari, e nel mondo Angelico dei
    Guardiani o delle Guide, a seconda del Servizio da rendere. Procedendo nelle
    sue Ordinazioni, il Cohen prende contatto con Gerarchie sempre più elevate,
    essendo i contatti precedenti i Ponti di accesso ad Esseri sempre più elevati.

    c) Preghiere, rivolte a Dio nelle Tre Manifestazioni della SS Trinità,
    destinate ad ottenere la Sua Grazia e la Sua Misericordia al fine della
    Reintegrazione. Esse vanno ad integrare le Evocazioni ed Invocazioni, e sono
    destinate a meglio indirizzarle ed ampliarle, elevandone il processo
    Vibratorio nell'uomo.

    L'insieme di questo Culto in quanto Liturgia comprende Dieci qualità
    d'Operazioni contenute nell'Albero Sephirotico :
    Culto dell'Espiazione, nel quale l'uomo manifesta il suo pentimento, nella
    riconversione sia dai propri errori, che dalla Caduta del prototipo iniziale,
    l'Adamo Kadmon. Ne risulta un'Ascesi ed un Rituale Penitenziale. Sephira
    Malcuth.
    Culto della Grazia Particolare, Generale, durante la quale l'Operatore,
    sostituendosi all'insieme dell'Umanità Terrestre, la fa partecipe
    dell'Operazione Individuale. Sephira Yesod.
    Culto contro i demoni, difensori della Tenebra dell'Ignoranza e servitori
    della degradazione, sin dall'inizio dei Tempi dell'Opera, che essi operano a
    mantenere per aggravare il giogo del Potere Oscuro sull'Umanità. Con gli
    esorcismi, in particolare quelli delle Operazioni degli Equinozi, il Cohen
    combatte per ricacciarli e per mantenerli fuori dall'Aura Terrestre. Sephira
    Hod.
    Culto di Prevaricazione e di Conservazione, proseguimento della precedente,
    questa operazione consiste nel combattere ed eliminare gli Adepti della Magia
    Nera, della stregoneria, e soprattutto nel perseguire tutti gli Spiriti
    Decaduti che ne sono gli ispiratori. Sephira Netzah.
    Culto contro la guerra, come l'Omicidio è il più grave di tutte le Colpe,
    l'omicidio collettivo è il più grave di tutti i crimini. Il Cohen lotta contro
    le Potenze dell'Odio tra le Nazioni e tenta di stornare le loro Azioni e, in
    caso d'impossibilità, egli porta il soccorso della Teurgia alla parte
    ingiustamente aggredita, o a quella che esprime, o rappresenta,
    indiscutibilmente il Diritto Morale superiore, al di fuori d'ogni aspetto
    politico o materiale. Sephira Tiphereth.
    Culto d'Opposizione ai nemici della Legge Divina, quale operazione Teurgica
    avente per scopo ultimo la lotta per annullare o fare abortire tutte le azioni
    umane tendenti a mantenere, diffondere e rafforzare il dominio dell'ignoranza
    e dell'egoismo, sotto qualunque forma si celi: ateismo, satanismo, negativismo
    d'ogni genere quali, dottrine, scritture, propagande politiche o settarie,
    distorsioni della Verità. Sephira Geburah.
    Culto per ottenere la discesa dello SS, operazione Evocativa, avente quale
    fine l'adombramento dello Spirito Santo, l'Intelligenza Attiva del Logos, e
    l'infusione dei suoi doni. È, nel modo più specifico, la "Via Interiore" a cui
    si fa riferimento in questo Trattato, e lo scopo ultimo dell'Alchimia
    Spirituale nell'Uomo. Sephira Chesed.
    Culto di Rafforzamento della Fede e nella Perseveranza della Virtù Spirituale
    Divina, operazione che ha per scopo ultimo la comprensione dei Misteri Divini,
    che permette all'Emulo di rafforzare la sua Fede in una Visione assoluta e
    definitiva. Sephira Binah.
    Culto per la "fissazione in Sè" dello Spirito Conciliatore Divino, è
    l'accoglimento totale con una totale apertura di Sè, senza condizioni, dello
    Spirito Santo, di dove vorrà condurci e di cosa vorrà renderci. Questa
    operazione è rappresentata simbolicamente dalla discesa delle "lingue di
    Fuoco" nella Pentecoste, dall'insegnamento dell'Illuminazione finale, con i
    doveri che essa comporta nei confronti dei Fratelli privi di Vista, e nei
    riguardi dell'Assemblea Celeste. A questa Azione possono applicarsi le parole
    dette durante la Consacrazione dello stato di vescovo: "Accordagli, o Signore,
    di essere artigiano di Riconciliazione, in Parole ed in Opere, per la Potenza
    dei Segni e dei Prodigi..." Sephira Chokmah.
    Culto che dedica tutte le Operazioni dell'Anno al Creatore. Questa parte
    comprende l'insieme delle Consacrazioni, Benedizioni e Ringraziamenti, con le
    quali l'Operante rende Sacre l'insieme delle Azioni umane, suscettibili ad
    esserlo. In Grazia e Virtù della Reintegrazione Universale, ogni Atto e Parola
    deve essere inserito in un "quadro rituale", avente quella stessa
    Reintegrazione quale scopo ultimo, da cui i Ringraziamenti e le Benedizioni
    dei frutti della Terra, dei frutti del Lavoro e della Famiglia, nei Riti
    religiosi ed Iniziatici e della Costituzione di Sacramenti ed altre ancora,
    sono Operazioni sorelle e parallele, alle Cerimonie Religiose, poichè hanno
    gli stessi scopi e determinano gli stessi fini e perseguono le parole
    dell'Apostolo Paolo, che ci esorta: "Vi scongiuro dunque, innanzi tutto
    affinchè si facciano suppliche, preghiere, voti e azioni di grazia, per tutti
    gli uomini, per i re e per tutti coloro che sono elevati a costituire
    autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta...Questo è
    gradito a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini vengano
    salvati e vengano alla Conoscenza della Verità. Infatti vi è un solo Dio e
    anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo." Paolo, I
    Lettera a Timoteo 2,1-5.

    Anche l'Antica Alleanza l'aveva compreso: "Cercate anche la pace della città
    alla quale vi feci andare in esilio e pregate Dio in suo favore, poichè nella
    sua pace ci sarà per voi stessi pace." Geremia, XXIX,7





     Traduzione della Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto.

    È vero, senza menzogna verissimo, che ciò che è in alto, è come ciò che è in
    basso, per compiere i prodigi di un'unica cosa. E come tutte le cose vennero
    da una cosa sola, per volontà e comando dell'Unico che le pensò, così anche
    nascono tutte le cose da questa cosa una, secondo l'ordine della Natura. Suo
    padre è il Sole e sua è madre la luna, l'aria lo porta come fosse nel suo
    seno, la Terra è la sua nutrice e sostentatrice. Questa cosa è all'origine di
    tutte le cose perfette che ci sono al mondo. La sua forza è illimitata e si
    riversa in terra. Separa allora la terra dal fuoco, ed il sottile o fine dal
    grossolano o spesso, delicatamente, con grande industria e modestia. Sale
    dalla terra al cielo e di là scende nuovamente in terra, assume in sé la forza
    delle cose superiori ed inferiori. Così avrai la gloria di tutto il mondo.
    Perciò sfuggirà da te ogni oscurità ed ogni debolezza. Questa è, di tutte le
    forze, la forza più forte: perché essa può vincere tutte le cose sottili e può
    penetrare in ogni cosa solida e compatta. Così fu creato il mondo. Ne
    conseguiranno mirabili combinazioni e si verificheranno molti prodigi: la via
    per realizzarli è questa. E per questo sono stato chiamato Ermete Trismegisto:
    perché possiedo le tre parti della saggezza di tutto il mondo.

    Ciò sia detto del capolavoro dell'Arte alchemica.





    Tecnica della Preghiera.

    La precisione della Preghiera, ai fini della Grande Opera Interiore, è cosa
    assai importante, ed ogni dottrina d'ordine quietista costituisce un errore di
    metodo.

    La Via Interiore del Filosofo Incognito, è d'apparenza quietista solo nei suoi
    aspetti generali, mai nelle sue applicazioni pratiche ed operative. Preghiamo
    dunque per ottenere, e per ottenere qualcosa di preciso e per leciti motivi,
    come l'indica il Vangelo:

    La Via della Salvezza        3 Giov . 3, 16 ; Rom 10, 9
    Pace nell'ansietà   Fil.     4, 6-7 ; Giov. 14, 27
    Coraggio nel timore Ebr.     13, 5-6 ; 2Ct 13, 5-6
    Sollievo nella sofferenza      2Ct 12, 8-10 ; Ebr. 12, 3-13
    Guida nell'incertezza        Gc 1, 5-6 ; Ebr. 4, 16
    Riposo nella stanchezza      Mat. 11, 28-30 ; Rom. 8, 31-39
    Conforto nell'afflizione     2Ct 1, 3-5 ; Rom. 8, 26-28
    Forza nella tentazione       Gc 1, 12-16 ; 1Ct 10, 6-13
    Lode nel ringraziamento      1Ts 5, 18 ; Ebr. 13, 15
    Gioia nel perdono           1Giov. 1, 7-10 .

    "IO altresì vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e
    vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto
    a chi bussa. E chi è quel Padre tra di voi che, se il figlio gli chiede un
    pane gli da una pietra? O se gli chiede un pesce gli da invece un serpente?
    Oppure se gli chiede un uovo gli da uno scorpione? Se voi dunque, che siete
    malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il padre vostro
    donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono." Luca 11, 9-12;

     "Vi era nella casa di Ipparco, una stanza sistemata con cura. Egli aveva
    fatto dipingere sul muro orientale di quella stanza, una croce. E là, davanti
    al simbolo del Cristo, con il volto rivolto all'Oriente, egli pregava sette
    volte al giorno..." Atti di Ipparco e di Filotea, Cfr. Assemani.

    Per la domanda come pregare, la risposta è facile: come si pregava, nel
    ricordo dei tempi in cui l'uomo era in più stretto contatto con il Piano
    Divino. Per noi, ne abbiamo testimonianza diretta, dai tempi della Chiesa
    Cristiana primitiva e dal Giudaismo che l'aveva preceduta, e da cui essa aveva
    trattenuto molto dell'Alto significato esoterico immessovi dalle Guide
    d'Israele. ? Origene, la cui figura emerge tra le altre, mostra come i
    Cristiani preghino in ginocchio o in piedi rivolti all'Oriente, e d'innanzi
    alla Croce o alla sua rappresentazione. Ritroviamo le medesime posure sin nel
    lontano Yoga (asana), oltre che in tutte le Scuole Mistiche e di Preghiera.

    "Poichè le attitudini del corpo umano sono innumerevoli, deve essere preferita
    a tutte le altre quella in cui noi stendiamo le mani e leviamo gli occhi al
    Cielo, per esprimere con il corpo l'immagine della disposizione dell'Anima
    durante la sua orazione. Bisogna, per usare un'allegoria, stendere l'Anima con
    le mani ed elevarsi con lo spirito verso Dio, prima che con gli occhi. E prima
    d'elevarsi, liberare lo spirito dalla terra e tenersi d'innanzi a Dio,
    deponendo ogni risentimento, se si vuole che anch'esso ci perdoni per gli
    errori e le colpe dei peccati commessi..." Origene: "De Oratione", XXXI

    Si ritrova quest'attitudine negli antichi affreschi, pitagorici e cristiani,
    che mostrano gli "orantes" con le braccia tese in avanti, le mani aperte a
    coppa, e gli occhi levati al cielo. La preghiera in ginocchio s'impone ogni
    volta che l'orante si umilia davanti a Dio a causa delle sue colpe, ma se
    questa posizione dovesse usarsi nelle semplici preghiere e nei dialoghi con la
    Divinità, gli Antichi Autori indicano allora, per gli scopi precedenti, la
    Prosternazione. Nelle Istruzioni Segrete per i Rosa+Croce e nelle liturgie
    degli Alti Gradi dell'Ordine, si mostra l'Eletto Cohen in certe orazioni
    penitenziali nell'atto di prosternarsi. L'orante, ventre a terra, gambe unite
    ed anch'esse ben distese, ma senza forzare, nella prima posizione terrà le
    braccia distese orizzontalmente e le palme delle mani poggiate al suolo, la
    fronte a terra, gli occhi chiusi.

    Questa posizione serve ad allineare la mentedell'uomo con l'idea del
    "Sacrificio" della sua Anima, "Crocifissa nella Materia", per due unici scopi:
    il proprio Progresso Spirituale per meglio Servire nell'amore e per la Gloria
    di Dio. Questa posizione consente un miglior approccio al contatto con
    l'Ideale Mistico Cosmico, lo Spirito Santo. Mantenendo la posizione
    precedente, e mantenendo, come per sopra, una respirazione concentrata al
    centro del torace, ed affiancando una potente visualizzazione di tutte le
    operazioni, l'uomo questa volta porrà le braccia, con i polsi incrociati e
    sovrapposti ed i pugni chiusi, sotto la fronte che vi poggerà sopra; gli occhi
    sempre chiusi, a sostegno d'una forte concentrazione.

    Quest'ultima posizione, molto "occulta", rammenta il teschio della Magia Nera,
    che poggia su due tibie in croce, (simboleggia l'opposto, la morte e la
    perdizione), ma nel nostro Rituale, il cranio è quello vivente d'un uomo, come
    pure lo sono le ossa, a simboleggiare la via della vita e della salvezza,
    nella ricerca della Luce ed in opposizione alla Tenebra. Anche per la
    preghiera in ginocchio o in piedi, avremo una posizione particolare per le
    braccia. Questa volta gli avambracci sono incrociati sul petto, le mani piatte
    e con le dita unite posate in prossimità delle spalle, a generare un movimento
    energetico in cui i polsi si sovrappongono sul Centro Cardiaco; la palma
    destra sul lato sinistro del corpo, e la palma sinistra sul lato destro, vanno
    a formare e chiudere un anello d'energia "ad otto", che fluirà nell'uomo
    finché egli lo manterrà.

    Questa posizione, nella Scuola della R+C, è conosciuta come la "posizione del
    Buon Pastore". In realtà, anche se è stata usata "anche" dalla R+C, ne
    troviamo evidenza da sempre e tra tutti i popoli. A sostegno di
    quest'affermazione, ti porto un solo esempio ed è quello della posizione
    assunta dai Faraoni seduti sul trono.

    Sempre per la preghiera sia in piedi che in ginocchio, vorrei rammentare
    un'altra posizione delle braccia che si collega con la precedente, in qualche
    modo. L'uomo, questa volta, tiene le mani unite palma contro palma, a dita ben
    distese, unite tra di loro, e con le falangi che sfiorano le labbra. Anche in
    questo caso il motivo occulto di questa posizione, è l'attivazione di un moto
    "energetico", anche se più 'morbido del precedente, con il triangolo che forma
    tra gomiti e falangi, che producendo un acuto sonoro nello Spazio Psichico,
    aumenta ed amplifica in più livelli l'atto della Preghiera.

    Queste sono le Posizioi Principali Nella Preghiera Mistica ed i suoi
    significati occulti. Altre posizioni sono previste nelle Liturgie e nei
    Rituali, anche in combinazione tra loro ed in combinazione, naturalmente, con
    Suoni, Parole e Gesti, o movimenti particolari. Ma, per non uscire fuori tema
    da uno studio così specifico, vorrei che fosse estremamente chiaro al Fratello
    ricercatore che mi segue, che il fine della Liturgia nel Rituale è il
    raggiungimento della massima Potenza esprimibile nell'azione sinergetica, ed
    in sincronismo tra tutti i livelli d'Espressione Energetica: preghiera,
    evocazione- invocazione, involve, ad esclusione di quello astrale, i Piani
    fisico, eterico, psichico, spirituale. A livello Spirituale provoca, per
    assonanza magnetica, una precipitazione energetica, detta Vortice, nei Piani
    psichico ed eterico, con effetti evidenti e manifesti sul piano fisico
    dell'Iniziato, ed attorno a lui.
     Questa è la Magia Liturgica, o altrimenti conosciuta come Magia Bianca e Magia
    Cerimoniale. Le Operazioni Rituali ottengono l'effetto voluto solo alla
    condizione che si apra un "Ponte d'Accesso", costituito nel Corpo dello
    Spirito Santo, che produce il collegamento con il Piano Spirituale attraverso
    tutti i piani Subordinati. Quando il 'collegamento, in una prima fase, da
    saltuario ed incontrollabile, diviene costante nella possibilità di richiamo o
    chiusura, si riscontra nella Forma mentale concreta prima, e nella Forma
    fisica poi, quell'Effetto conosciuto quale "Trasfigurazione". Quanto indicato,
    riconosciuto quale Via Mistica tanto dall'Occidente quanto dall'Oriente,
    dimostra la Via del braccio verticale della CROCE. Coloro che vorranno operare
    nel modo più rituale, indosseranno durante il loro lavoro Spirituale ed in
    quello solamente, una veste di lino bianca, il cordone alla vita e sandali.

    Il Tempo dell'Opera.

    Come Israele abbandonò l'Egitto (simbolo del suo mondo della Materia) a
    Pasqua, quindi con la luna nuova nel segno dell'Ariete, così l'Opera inizia
    nello stesso momento dell'anno, quando la falce visibile della luna è alla
    prima domenica del ciclo. Per romperne il ritmo e scinderle, ogni novena è
    separata dall'altra da un giorno di pausa, equivalendo allora in tempo reale
    ad un Decano dell'Antica Astrologia. Il corso Rituale del Sole si svolge su di
    uno Zodiaco di 360 comprendente, per conseguenza, 36 Decani, ai quali
    corrisponderanno 36 novene. A ciascuna delle quattro stagioni corrisponderanno
    9 novene, quindi ancora 36. Infine 3 novene per ogni mese dell'anno, che
    essendo 12, ci riporta a 36 (12 e 9). Aries-Taurus-Gemini; Cancer-Leo-Virgo;
    Libra-Scorpio- Sagittarius; Capricornus-Aquarius.Pisces. Nello svolgersi
    rituale dei 12 mesi nell'anno, si potrà operare allo sviluppo delle 9 Virtù: 4
    Cardinali, 3 Teologali, 2 Sublimali.

    Altra possibilità di operare è di consacrare un intero primo anno alle 4 Virtù
    Cardinali. Questo comporterebbe di conseguenza, 9 novene in tutto l'anno.
    Nell'anno seguente s'opererà al conseguimento o allo sviluppo delle 3 Virtù
    Teologali. Ciascuna di esse sarà 'energizzata da 12 novene. Infine, nel terzo
    ed ultimo anno del ciclo, si opererà sulle 2 Virtù Sublimali, ottenendo così
    per ciascuna di esse un'attivazione per 18 volte. Si dovrà attribuire
    un'attenzione particolare a tutte quelle Operazioni che verranno svolte nel
    periodo dal 28 Novembre, al 3 Dicembre di ogni anno. In quest'opera,
    presentata in maniera essoterica, non vengono date le chiavi totali dei
    rapporti tra certe Forze, collegate simbolicamente all'Alchimia, e di certe
    Entità Spirituali, legate alle chiavi della Gnosi, poichŠ abbandonando il
    dominio della Via Interiore, entreremmo sulla Via della Liturgia Iniziatica e
    della Teurgia.

    Nota: avendo gli Esseni, ci dice la Tradizione, consegnato ai Greci i Testi
    dei Salmi in maniera volutamente confusa, se ne conviene che, possedendone il
    giusto allineamento, si otterrebbe una Liturgia efficace nei suoi effetti. Per
    renderti chiaro questo concetto, rifletti sull'allineamento delle parole di
    questa novena:
    Prima novena   Salmi     130 tutti i versetti
    Seconda   " "  143  "
    Terza     " "  51   "
    Quarta    " "  102  "
    Quinta    " "  6    "
    Sesta     " "  38   "
    Settima   " "  32   "

    L'inizio di questa come di altre sequenze di novene, deve avvenire, recitano i
    Rituali, nella giornata della 'luna nera, con un digiuno e molti lavaggi
    Rituali ( che il Fr. non iniziato potrebbe sostituire con docce), allo scopo
    di espellere negativit…. Alle ore 03,30 del secondo giorno di luna nera, ci si
    appresta all'opera rituale, recitando 7 Salmi per 7 volte al giorno e per 7
    giorni, in una sequenza stabilita allo scopo come, ad es., quella
    soprascritta. Le sequenze di novene debbono essere terminate entro le 24 dal
    giorno d'inizio.

    I Salmi, per i mistici occidentali, sono l'equivalente dei Mantram dei mistici
    orientali. APPENDICE
     Da "De Alchimia", del Vescovo Alberto Magno, A.D. 1193/1280:

    "L'Alchimista deve essere taciturno e discreto, non deve rivelare a nessuno il
    risultato delle sue operazioni. Dovrà essere solitario e vivere lungi dagli
    uomini. Due o tre stanze della sua casa saranno riservate esclusivamente al
    lavoro. Sceglierà l'ora giusta per le sue operazioni, cioè attenderà il favore
    delle costellazioni celesti. Sarà paziente e perseverante. Praticherà, secondo
    le regole, la triturazione, la sublimazione, la fissazione, la calcinazione,
    la soluzione la distillazione e la coagulazione. Userà soltanto recipienti di
    vetro o invetrati. Deve avere mezzi sufficienti per affrontare le spese
    necessarie. Ed infine dovrà evitare ogni domestichezza con principi e
    signori."






    L'Alchimia è dunque l'arte della "trasformazione" dei metalli, quella
    Spirituale di seguito, s'interessa alla "trasmutazione" degli elementi sottili
    nell'Oro potabile, l'Oro dei Saggi, che rende immortali. Evidente il
    significato mistico nel linguaggio simbolico. Sarebbe un errore per lo
    studioso accomunare i significati di 'alchimia e di 'chimica, anche se
    quest'ultima ne è una diramazione certamente solo fortuita. In realtà, tutta
    l'Opera dell'alchimista è volta alla Reintegrazione della Materia nella Radice
    originaria, attraverso la Trasmutazione degli elementi fisici prima e di
    quelli sottili poi, col raggiungimento dello Stato d'Unione Spirituale (III
    Aspetto) ed alla Volatilizzazione del sé inferiore in una nuova Fissazione, ma
    questa nel mondo dello Spirito Universale. Si afferma inoltre che l'esito
    dell'operazione non sarebbe stato possibile senza l'intervento di Entità di
    Ordine Superiore. A tale proposito Silesius afferma :
    "...il piombo si muta in oro, e con dio io sono cambiato da Dio in Dio. È il
    cuore che si muta nell'oro più fino."

    Se l'Opera rappresenta l'evoluzione umana da uno stato dove predomina la
    materia, ad uno spirituale, trasmutare il metallo in oro equivarrà a
    trasformare l'uomo in puro Spirito. Si presuppone nell'alchimista una
    conoscenza della materia e dell'energia che la forma, nella trasformazione
    degli elementi che la compongono, attraverso l'agire sulle energie che la
    permeano, riconoscendone così l'identità di "cosa vivente." Osserviamo nelle
    fasi che si rivolgono agli elementi "gravi" dell'uomo, una vera e propria
    opera di psicologia occulta, in azioni ed attitudini determinate e coscienti,
    nell'area delle Cause e dei Canoni prima, ed una sorta di "osmosi" con gli
    Archetipi, riconosciuti quali semi di tutto, poi.

    Riassumendo e concludendo: l'Alchimia è l'arte di trasmutare i metalli che,
    quali elementi del Regno minerale, l'Uomo assomma in sé assieme ai tre
    successivi; la Chimica si rivolge alla Forma quale entità fisiologica delle
    materie, senza però averne mai raggiunta la radice unica; l'Arte Alchemica si
    rivolgeva alla trasformazione delle forme attraverso la manipolazione
    dell'energia fisica che crea tutte le materie da un'unica radice, conosciuta
    nella Tradizione Iniziatica come immersa nella Grande Madre da cui trae la
    vita per il tutto.

    L'Alchimia Spirituale si rivolgeva alla trasmutazione delle Forme sottili,
    (corpi Eterico, Astrale, Mentale inferiore), la manipolazione dell'energia del
    Pensiero attraverso la spinta d'elevazione del Misticismo-Astratto;

    Il Rituale Teurgico, infine, altro non è che l'elevare attraverso una
    Struttura Geometrica di Pensiero esterna all'uomo, l'Emotività del
    Misticismo-Astratto, sino a trascenderne l'identità, rendendola qualcosa di
    diverso e di più nella fusione del farsi assorbire sui livelli d'energia
    d'elevata potenza vibratoria, (Suono, Luce, Calore), il sotto-piano, o il
    piano, atomico. Quando anche la mente razionale comprenderà alfine la
    triplicità della scomposizione avvenuta nella ricerca ed attraverso
    l'involuzione d'una realtà infinita in una mente finita, creando così
    necessariamente un'interpretazione multipla d'una realtà unica, quella mente
    razionale avrà ricomposto in sé, attraverso un lavoro creativo ed
    intellettuale, questo solo ed unico concetto e raggiungerà così l'Iniziazione.





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